martedì 24 gennaio 2012

Divorzio all'italiana - Pietro Germi (1961)

(Id.)

Visto in VHS. Che film strepitoso.
Mastroianni è il conte Cefalù, uomo sposato con una donna irritante, ma affezionata (Rocca) e nel contempo innamorato della giovanissima cugina (Sandrelli) che gli abita di fronte. Quando scopre che il suo amore è ricambiato pensa a come possa consumare legalmente… ovviamente la moglie dovrebbe sparire. In quegli anni era ancora in vigore la legge numero 587 del codice penale, che da un importante sconto di pena per all’omicidio d’onore, quello perpetrato ai danno del coniuge se scoperto in flagranza di tradimento…

Film perfetto in ogni dettaglio.

La storia è scritta da dio, divertente, con il ritmo giusto e descrive dei personaggi caricaturali assolutamente credibili e completamente dettagliati. E di fianco ad uno svolgimento da commedia ci mette pure la denuncia sociale della grottesca legge sul divorzio italiano.
Il cast è in parte. Su tutti Mastroianni titaneggia con una recitazione al contempo macchiettistica, ma controllata, creando un personaggio che darà un colpo di grancassa (in Italia e all’estero) ai cliché sui siciliani (il tic lo decise lui ispirandosi a quello che aveva proprio Germi).

Infine la regia è strepitosa. Fa di tutto; rimanendo assolutamente classico nelle location e nell’uso della macchina da presa si prende ogni altra libertà gli venga in mente. È sufficiente guardare il rapidissimo incipit per capire cosa intendo (magnifico quando Mastroianni smette di pensare perché sua moglie lo guarda).

Uno dei film comici più belli che abbia mai visto.

PS: grande il successo anche fuori dall’Italia, il film vinse l’oscar per la sceneggiatura.

PPS: una delle prime parti per Lando Buzzanca.

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