(Death on the Nile)
Visto in tv.
Poirot si trova imbarcato in una crociera sul Nilo. Sarà dunque inevitabile che la giovane ereditiera (non è uno spoiler, è cosa ovvia fin dall'inizio) venga uccisa e che quasi tutti i presenti avrebbero un buon motivo per ucciderla...
Plot che è più che canonico, direi archetipico, ma pur nell'ovvietà delle dinamiche generali ci troviamo davanti al solito meccanismo perfetto scritto da Agatha Christie, qui particolarmente sorprendente lo show down finale... e particolarmente tragico.
Ustinov veste gli ampi panni di Poirot; non è corretto dal punto di vista iconico (soprattutto se paragonato all'impeccabile Finney dell'Orient express, per non parlare dell'istant classic Suchet), ma è perfetto nella sua titanica figura bianca, nelle sue smorfie di vago disgusto sempre presente, nella sua arroganza fisica e di personalità; contenuto nella recitazione e nei gesti, ma sempre impeccabile. Attorno a lui un cast all star dove una Lansbury incredibile fa la parte di una scrittrice (ma va?!) alcolizzata e sessuomane (applausi a scena aperta); dove un invecchiato Niven si offre a far da spalla al corpulento protagonista; dove una spigolosa Farrow fa l'isterica e vendicativa donna tradita; dove un'acida Bette Davis battibecca con una mascolina Maggie Smith; e poi ci sarebbero ancora Kennedy, Finch, Warden, Hussey, ecc...
Fantastico anche il tono del film; una prima parte completamente tenuta in piedi dall'ironia della coppia di coprotagonisto (Ustinov e Niven), con un Poirot cartoonistico sempre rpesente nelle conversazioni che contano (fingendo di dormire, che sbuca da dietro il bancone di un bar...) e una compartecipante (Lansbury) totalmente dedita al versate da commedia. Dopo l'omicidio l'ironia viene stemperate sempre di più nella serietà dell'indagine. Questo susseguirsi di generi permette di mantenere costantemente un ritmo minimo di default.
Infine la regia; il povero Guillermin non brilla, la sua regia risulta invisibile nel lungo dispiegarsi del film; eppure le idee messe in campo e le soluzione trovate sono sempre all'altezza e si destreggia in maniera impeccabile. Nella scena del tentato omicidio nel tempio egizio si muove con stile tra le colonne permettendo chiarezza della sequenza, dinamismo delle inquadrature, suspense e ironia nello stesso momento, concedendosi soggettive, inquadrature particolari, panoramiche circolari (che utilizzerà in maniera davvero buona in un paio di occasioni). Se a questo si aggiungono carrellate (ma in realtà sono con la macchina a mano... quindi non è proprio una carrellata) ad inseguire i personaggi e pure alcuni zoom (quello nel finale perfetto) si ha un'idea del lavoro immane che il regista si è caricato sulle spalle. (e cosa dire del montaggio che chiarisce con due immagini il tradimento iniziale?).
Più di due ore di film che riescono a scorrere nonostante la distanza dell'età.
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