lunedì 22 ottobre 2012

Chi giace nella mia bara? - Paul Henreid (1964)

(Dead ringer)

Visto in tv.

Sto per andare a letto quando accidentalmente in tv becco i titoli di testa di un film in bianco e nero; ci butto un occhio senza interesse, in maniera molto passiva. Quando compaiono i nomi di Bette Davis e Karl Malden uno dietro l’altro la curiosità mi prende prepotentemente (che film avranno mai fatto insieme quei due?!), quando finalmente vedo il titolo italiano mi rendo lucidamente conto che non andrò a dormire finché non arriverò ai titoli di coda...

Bette Davis interpreta due gemelle (!), una povera ed astiosa, l’altra svampita e ricca. La prima ama il marito della seconda che ha lasciato la prima perché la secondo era rimasta in... vabbè dai sta di fatto che per motivi lodevolissimi la Bette Davis povera uccide quella ricca e si sostituisce a lei dando vita ad una raffinata menzogna dove deve stare costantemente attenta ad ognuno; amici, parenti o servitù che sia. Tutto riuscirà abbastanza a stare in piedi fino all'arrivo dell’amante della sorella...

Ah già in tutto questo Karl Malden è un poliziotto amico/innamorato della Bette Davis povera, ma astiosa.
Personalmente sono molto affascinato della doppi (o tripla) vita artistica della Davis, da ragazzina sdolcinata degli anni trenta, a femme fatale perfida dei quaranta fino alla matrona/vecchia strega malvagissima dei ‘60s. ciò che trovo più incredibile è con che abilità e con che risultati sia sempre stata in grado di sostenere ogni parte; non è possibile dire in quale veste abbia dato il meglio, al massimo si può preferire uno dei suoi generi.
Qui ovviamente siamo negli anni sessanta e questo è un suo classico film in bilico fra normalità e follia di quel periodo. Strepitoso nel suo spirito totalmente di serie B con una realizzazione solo in parte di serie B  non raggiante per inventiva o idee di messa in scena. Ma tutto sommato qui la regia è secondaria. In primo piano c’è una storia noir solidissima e disperata  e un coppia d’attori da fare impressione a chiunque. Volendo essere completamente onesti bisogna ammettere che la Davis non è perfetta nel doppio ruolo, risultando poco veritiera nell'interpretazione della sorella ricca e, a lungo andare durante il film,  riempie di sbavature anche il personaggio principale; non vorrei sembrare un giannizzero di Bette, ma temo che la maggiore responsabilità sia del regista non del tutto in grado di mantenere sotto controllo la sua protagonista. Poi va aggiunta una regia non proprio ottimale, un uso delle musiche troppo di maniera e una serie di personaggi con una personalità tagliata con l’accetta.

Detto ciò un film che non potrà non essere amato intensamente da chi apprezza l’ultimo periodo della carriera di Bette Davis, ma continuamente in odore di anni ’50 (sarà per Malden che non sembra mai invecchiare).

PS: negli anni quaranta la Davis interpretò già la parte di due gemelle di cui una si sostituirà all’altra (post mortem) per amore dello stesso uomo; ma credo che in questo “L'anima e il volto” l’idea fosse declinata in senso romantico. Si impone il recupero.

PPS: in questo film la Davis assomiglia alla Rampling...

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