(Duo luo tian shi)
Visto in DVD.
Le vite di due uomini hongkongesi sfilano l'una accanto all'altra con pochi punti di contatto. Il primo è un killer su commissione che tenta di trattenere la sua socia, non riuscendoci cercherà rifugio fra le braccia di una sconosciuta. Il secondo è un ragazzo muto fin da bambino dopo aver mangiato dell'ananas scaduto (ben ritrovato Hong Kong Express), ora vive di espedienti, rubando nei negozi e costringendo dei passanti casuali ad accettare i suoi servigi come barbiere o gelataio in base al giorno; anche lui finirà ad aiutare una ragazza di cui si innamorerà.
Era da tantissimo tempo che non vedevo un film di Wong Kar Wai e con questo "Angeli perduti" ritrovo esattamente quello che avevo lasciato con "Hong Kong Express" (di cui questo è un seguito ideale). Regia videoclippara (sarà uno degli ultimi film con questa costruzione adrenalinica) con macchina da presa mobilissima, spesso a mano, spesso ad inseguire o anticipare i personaggi, grandangoli eccessivi e deformanti, ambienti notturni e tetri, colori acidi (ma qui ho notato pochi neon...), colonna sonora pervasiva, ralenty e accelerazioni, montaggio pro-epilettico... insomma il campionario completo.
La storia è al solito un insieme di storie il cui tratto comune non sono gli avvenimenti o i personaggi quanto il mood da solitudine urbana che pervade ogni scena e ogni attore; e poi la solita storia d'amore sospesa. Ci sono anche un paio di momenti divertenti.
Tutto sommato però stavolta delude; il film non regge il colpo del già visto (cosa strana dato che Kar Wai rifà ogni volta lo stesso film come Woody Allen e, proprio come il regista newyorkese, riesce sempre ad aggiungere qualcosa di nuovo tanto da rendere ogni opera avvincente), ma soprattutto perde del tutto il ritmo in meno di mezzora trascinando gran parte della storia in maniera agonizzante.
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