(Id.)
Visto in Dvx.
Un uomo con la sua nuova moglie si trasferisce nella vecchia casa di famiglia dove, pare, abbia soggiornato per un pò il di lui scapestrato fratello ormai scomparso. La nuova moglie scoprirà che il fratello si trova ancora in quella casa (ah si, i due avevano una relazione), ma a causa di una scatola che può aprire le porte dell'inferno è rimasto intrappolato fra le dimensioni; solo del sangue può fare in modo che dal cadavere si ricomponga un essere umano. Tutto questo però dovrà accadere prima che i supplizianti (qui ancora non si chiamano cenobiti) scoprano che lui è fuggito dall'inferno. A mettere i bastoni fra le ruote più che il molle marito sarà la figlia di primo letto Kristy.
Primo capitolo dell'ultima saga horror di rilievo (beh prima di Saw)... voglio dire subito che non c'è niente che invecchi come i film de paura; un pò perché l'evoluzione degli effetti speciali è rapidissima, un pò perché l'asticella dell'orrore e della suspense viene alzata continuamente.
Ecco questo lo dico subito per giustificare la mia seguente affermazione: questo film è bruttissimo.
Clive Barker, l'autore della storia originale e sceneggiatore aveva visto che cosa avevano fatto i cinematografari con due sue storie precedenti e decide che a sbagliare può riuscirci anche da solo e si mette alla regia. Peccato che le sue competenze siano nulle e si vede, ama lo splatter, ma non sa gestirlo, crea situazioni al limite, ma non riesce a finalizzarle e inanella una serie di sequenze da horror di serie B senza alcuna empatia. Il ritmo un poco lento non disturba neanche troppo, mentre la tendenza al casino del finale l'ho trovata sconfortante.
Certo, la storia è la cosa vincente, Barker da vita ad un mondo dell'horror originale, intelligente e (finalmente) adulto. Qui sangue e sesso sono strettamente legati, l'adolescentella finale è solo lo strumento per lo showdown, ma qui a gestire le cose sono gli adulti (fatto quesot in controtendenza con l'horror dagli anni '7 in poi); qui la responsabilità di quello che accade è sempre della vittima che vuole richiamare i supplizianti, salvo poi pentirsene; qui l'inferno è un luogo sadomasochistico dove il dolore provoca piacere e viceversa.
Poi soprattutto Barker creare un immaginario visivo da urlo. La scatola dell'evocazione è ormai un oggetto pop e la figura di Pinhead è archetipica (pure gli altri supplizianti sono ragguardevoli; tranne butterball).
Barker crea un mondo e delle immagini enormi, però non le sa gestire.
Forse vi ricorderete di me per scene come: I CENOBITI, sempre. Devo dirlo di nuovo? (tranne butterball, l'ho già detto, quello si che è idiota).
Ma anche il mostro con 4 braccia e due teste è notevole. La rinascita dello zio dal pavimento poi è un piccolo gioiello di effetti speciali low cost anni '80 perfettamente riuscito.
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