mercoledì 16 dicembre 2015

Hellraiser: deader - Rick Bota (2005)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Una giornalista viene mandata a Bucarest per indagare su una setta religiosa che costringe i suoi adepti a suicidarsi... il punto è che dopo il suicidio il guru riesce a riportarli in vita... Ovviamente in questa cosa saranno coinvolti anche la scatola di Lemarchand e i Cenobiti.

Nuovo capitolo a basso costo direct to video di una delle saghe horror più fortunate (perché non merita tutta la fama che ha); nuovo capitolo diretto dal parvenu mestierante dell'horror Rick Bota; nuovo capitolo con una sceneggiatura pensata per un film indipendente a cui sono stati attaccati a forza Pinhead e compagni. Insomma, si ricalca quanto fatto con il precedente "Hellseeker" (che a conti fatti, era un brutto film, ma decisamente ancora nella scia positiva, pur se tendente all'insipido e all'incasinato. Curiosamente entrambi i difetti esploderanno in questo settimo capitolo.

Bon, cominciamo dai pregi. Bota ha molte buone idee; sfruttare scene molto illuminate, ma desolate, per creare suspense senza sfruttare l'eterna paura del buio; la scena dei muri che si stringono e pieni di insetti; l'idea iniziale che mette la giornalista sulle tracce del guru; l'ambientazione europea, ma fuori dai percorsi canonici (va ammesso però che la scelta della Romania è stata presa per motivi economici). Le idee ci sono, purtroppo mancano le capacità. La cornice Rumena è sfruttata malissimo (anzi è proprio sprecata); i vari momenti di suspense (vera e propria) sono pochi e soprattutto nella prima parte; Bota ha una macchina da presa molto mobile (cosa buona), ma la usa a sproposito (cosa cattiva), i finti VHS in bianco e nero hanno tanti di quei tagli di montaggio che sembrano più professionali di un film di Kevin Smith.
inoltre i Cenobiti sono incollati così raramente a una storia praticamente indipendnete che anche il concetto di franchising comincia a scricchiolare (sul serio, Pinhead comparirà in 3 scene in croce); ritorna vagamente l'idea di dolore e piacere, ma in maniere abbastanza blanda e confusa da essere ininfluente nella storia; infine c'è un enorme (enorme) problema di casting con una protagonista vagamente irritante e un antagonista  (il santone della setta dei deader) che ha la faccia come il guru (erano anni che volevo usare questa frase in un contesto corretto), insipido e fuori luogo in ogni momento.

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