lunedì 2 gennaio 2017

L'uomo in nero - Georges Franju (1963)

(Judex)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

Un uomo misterioso, che si fa chimare Judex, minaccia un banchiere di fare giustizia dei suoi furti legalizzati la sera della festa per l'anniversario. Durante la festa però il banchiere muore e Judex viene sospettato; il vendicatore però, non solo non è colpevole, ma cerca di salvare l'innocente figlia del finanziere dalle macchinazioni che la vorrebbero morta anche lei.

Prima del citazionismo di Tarantino, ma anche prima dei film fatti per aggregazioni di idee e stili del passato di Coppola, Franju tenta un'operazione simile. Prende spunto da un omonimo serial cinematografico degli anni '10 diretto da Feuillade, e lo declina in nella sua chiave surreale. Ne ruba l'idea di fondo, la trama sbilenca e alcune tecniche del decennio passato (iris, mascherine e cartelli, usati in maniera creativa, oltre che una musica decisamente enfatica e i costumi retrò utilizzati in maniera espressionista con un pizzico di Sandeman...).
Quello che aggiunge è una regia  modernissima ancora oggi e quel gusto surreale che gli diede il plauso degli artisti dell'epoca. Da antologia la scena della festa che inizia con il piano sequenza all'uomo con la testa da pennuto che mi ha ricordato, non tanto il successivo "Eyes wide shut" (come ho letto in diversi luoghi dell'internet), quanto i quadri di Ernst.

Peccato per gli attori non ottimali, soprattutto il protagonista, un prestigiatore voluto per rendere perfettamente le scene di magia... che però, purtroppo, non recita neanche per sbaglio.
L'effetto finale è comunque interessante e straniante, come per il precedente "Occhi senza volto".

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