Visto in Dvx.
Una vampira trasforma i suoi amanti in esseri simili a lei, ma purtroppo, in maniera sistematica, questi presto o tardi non trovano sangue per mantenersi, quindi invecchiano precocemente e si disfano.
Direi che la trama è un pochino tutta qui, anche se si aggiunge che alla vampira si interessa una dottoressa che permette di virare il film nel sottogenere lesbo-vampiro.
Diciamolo subito; questo non è un horror, ma un raffinatissimo drammucolo in salsa vampiresca come sarà più tardi anche "Intervista col vampiro".
Questo è il classico film fatto tutto di forma e dal contenuto nullo. Non dice nulla, non aggiunge nulla, a mala pena racimola una trama; vive solo di un manierismo ossessivo che all'inizio impressiona, ma alla lunga stanca e annoia a morte.
La regia ha uno stile ripreso sicuramente dai videoclip dell'epoca, ma abbastanza contenuto, si fa sfacciato solo nei montaggi paralleli (talvolta alternati) in cui le due scene affiancate rappresentano l'una il completamento dell'altra o la rappresentazione simbolica.
A livello estetico, come si diceva, siamo davanti al meglio possibile. Interni art deco, costumi impeccabili, luci spesso virate, ma mai fastidiose, una fotografia anni '80, ma senza eccessive kitcherie, effetti speciali magnifici (che però non salvano il ridicolo finale).
E poi ovviamente il cast. David Bowie non recita (non ha mai recitato, probabilmente non è mai stato in grado), semplicemente lui era un vampiro, e si aggira per le scene con una classe insperata rendendo interessante la prima parte che si caratterizza per la sofferenza del suo personaggio. A fare da contraltare c'è una Deneuve che, da oggi, sospetto essere anche lei un vampiro; perfetta, distaccata, ma non altera, magnificamente incastrata in un ambiente estetico che sembra somigliarle.
Ecco di questo film piuttosto dimenticabile, quello che va applaudito senza se e senza ma, non è lo sforzo estetico, ma il casting perfetto nel trovare attori che si adattassero all'ambiente e al mood.
Ecco di questo film piuttosto dimenticabile, quello che va applaudito senza se e senza ma, non è lo sforzo estetico, ma il casting perfetto nel trovare attori che si adattassero all'ambiente e al mood.
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