lunedì 22 giugno 2020

The invitation - Karyn Kusama (2015)

(Id.)

Visto su Amazon prime.

Una donna sparita per un paio d'anni invita a casa sua (e del suo nuovo compagno) tutti gli ex amici, compreso il suo ex marito (i rapporti fra i due sono tesi, ma per problemi indiretti che hanno causato la loro separazione). I motivi non sono chiari, ma noi che spettatori che abbiamo un sacco di sgurz capiamo subito che ci sono problemi, grossi.

Il primo film della Kusama che vedo ce l'ho sul comodino da almeno 3-4 anni, ma vengo motivato a vederlo solo per la facilità datami dalle piattaforme online.
Togliamo subito tutti i dubbi, siamo davanti al classico dramma da camera in cui un piano sottostante sta venendo costruito ai danni di una persona o un gruppo e che esploderà nel finale. I dubbi da togliere sono sul plot (necessario che il botto finale stia in piedi dopo i lunghi minuti di attesa e che la sospensione d'incredibilità non sia mai superata), l'idea di base è un poco eccessiva, ma sopportabile, il finale in linea con le aspettative, la sospensione d'incredulità deve sopportare diverse volte il fatto che i personaggi siano troppo stupidi per accorgersi di qualcosa di creepyi che sta avvenendo, ma per chi è abituato agli horror classici anni '70/'80 questo non può essere un problema.

Detto ciò il film si prende i tre quarti del tempo per allestire il campo d'azione e lascia solo agli ultimi minuti (20-30 minuti, non ero attento al minutaglie) lo scioglimento del caso. Questa che sembra un colpa è invece il grande pregio dell'opera della Kusama.
Il film imbastisce una trama in cui è evidente che qualcosa non va (fin dalla scena d'apertura tra il metaforico e il predittivo), ma continua a giocare al gatto col topo, saltuariamente smorzando la tensione, ma più spesso aggiungendo dettagli, evidenti, ma tutti minimali, nessuno sufficienti a far fuggire tutti urlando, ma ognuno a modo suo perturbante e che sommati diventano intollerabili.
L'effetto è potente. La tensione è in crescendo quasi costante per tutto il film mettendo a disagio in ogni situazione e rendendo fastidiosi i tentennamenti dei personaggi (ma questo va visto in ottica positiva).
L'efficacia nel corpo centrale del film è anche il motivo del mezzo fallimento del finale. Dopo un crescendo così efficace è difficile mettere in scena uno show-down realmente soddisfacente. Kusama si fa in quattro, non risparmia niente e nessuno nel finale che preso da solo è uno slasher piuttosto buono, nulla da ridire, ma è difficile recuperare dopo aver eliminato tutto quella tensione con la scoperta del piano.

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