(The second civil war)
Visto in VHS.
Il governatore dell'Idaho stanco dei continui arrivi di bambini profughi dal Pakistan decide di chiudere le frontiere; questo ovviamente scatena le ire del governo centrale che gli impone di fare dietrofront, purtroppo pare che il governatore sia più intenzionato a sedurre nuovamente una giornalista piuttosto che interessarsi a questioni politiche, e ciò causerà seri problemi e... beh lo dice il titolo, la seconda guerra civile americana. Il tutto viene filtrato attraverso l'onnipresente occhio di una rete televisiva.
Commedia brillante di Dante (ah ah ah) che spara a zero su tutti; sulla tv ovviamente con le solite invettive; ma anche contro la stupidità o l'inaffidabilità dei governi; contro la fame di fama delle ong; ma soprattutto contro le enormi contraddizioni interne agli stati uniti (il momento migliore sono le reazioni dei vari stati alla dichiarazione di secessione dell'Idaho). Certamente non è priva di previdibili ingenuità o esagerazioni, tuttavia il quadro che ne esce è una rappresentazione ironica e calzante del patchwork culturale degli USA (completi di vizi consolodita e mitologie passate). Dalla sua poi Dante decide di non avere un punto di riferimento unico, ma di sfruttare un cast corale per un racconto ampio, utilizzando in maniera corretta quasi tutti i personaggi. Il cast poi è un tripudio di comprimare che qui finalmente vengono valorizzati (su tutti fa piacere vedere il buon James Earl Jones utilizzato come faccia pulita della tv e come voce narrante del film) con in più un paio di camei gustosissimi (Coburn come consigliere del presidente, ma soprattutto l'amato Corman come il tizio preoccupato per gli inserzionisti stranieri).
Il film ci prova, a volte sbava, ma il risultato finale vince e convince (e diverte).
PS: toh, imdb mi sussurra nell'orecchio che questo è un film per la tv... pensa te cosa riescono a fare in america mentre noi produciamo nonno libero.
2 commenti:
fantastico film! e questo è veramente una gran satira sociale, altro che i marzianelli di "qualcuno"...
più che d'accordo. una critica sociale comica e drammatica insieme.
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