lunedì 16 giugno 2014

La ciociara - Vittorio De Sica (1960)

(Id.)

Visto in tv.

1943, madre e figlia 13enne fuggono da Roma in attesa dell'arrivo degli alleati. Nelle campagne si ricostruiscono una vita in mezzo agli sfollati, fatta di sopravvivenza spicciola, nuovi incontri e il persistere del loro costante ottimismo. Quando finalmente gli alleati arrivano e loro due si mettono in cammino per tornare a casa verranno violentate entrambe da una milizia di magrebini. Il rapporto fra madre e figlia si interromperà.

Film magistrale di un De Sica perfetto nella sua asciutta regia, perfetto nel condurre un film contemporaneamente ampio (le campagne romane, i numerosi gruppi di persone) e minuto (i piccoli personaggi, gli interni insistiti degli edifici, i piccoli dettagli che si contrappongono alla violenza come la coccinella durante il passaggio dell'aereo), che si appoggia sugli attori senza mai basarsi solo sulla recitazione; sempre misurato si butta sul montaggio e su inquadrature diverse solo nella scena dello stupro per mostrare l'orrore di ciò che avviene senza far vedere nulla.

Il film si appoggia ad una sceneggiatura perfetta che con molti dialoghi (senza mai stancare) riesce a chiarire perfettamente i personaggi, soprattutto la grande protagonista e il suo rapporto con la figlia.

Niente da aggiungere sull'interpretazione della Loren, impeccabile nella parte della madre ottimista e gioiosa così come della persona violentata che deve riuscire a gestire il proprio dolore e quello della figlia.

Personalmente non ho apprezzato il finale che mi è sembrato debole rispetto al resto del film, doveva fermarsi prima o aggiungere ancora qualcosa; tuttavia questo rimane un grande film.

2 commenti:

A.R. ha detto...

Negli ultimi mesi ho ripreso parecchi film di De Sica ma questo non ho ancora avuto modo di vederlo, nonostante sia considerato uno dei grandi classici della cinemtografia italiana. Lo segno! :)

Lakehurst ha detto...

Ammetto di non averlo mai visto prima, ho colto l'occasione del passaggio tv.
Questo è effettivamente un film enorme (e De Sica è uno di quelli che hanno tanta fama quanto si meritano), però i suoi lavori degli anni '40-primi '50 mi hanno sempre dato più soddisfazione (e più commozione).