(In the electric mist)
Visto in Dvx.
Louisiana, un ispettore della polizia con visioni sovrannaturali, deve indagare su alcuni brutali omicidi ai danni di alcune donne. L'indagine lo porterà sulla pista di un potente uomo locale... No, non è "True detective". Ma in realtà è Tommy Lee Jones in versione apatica (anche se recita più di quanto ci abbia abituato negli ultimi 10 anni di sottrazione) che gira per le paludi della Louisiana vedendo fantasmi di soldati sudisti filosofi, lo scheletro di un nero ucciso decenni prima che scoperchierà i suoi ricordi e cercando di incastrare l'ex amico e magnaccia locale John Goodman per il serial killeraggio.
Inutile dire che la Louisiana si scopre sempre di più una terra magnificamente cinematografica, paesaggi stupendi, molto suggestivi e perfetti per film dal mood depresso o inquietante. Tuttavia qui la Louisiana è una delle poche attrattive. La storia è molto articolata e vorrebbe essere una sorta di indagine nel tempo più che nello spazio (i piani temporali si sovrappongono, il passato più antico giustifica il presente, il presente bissa le colpe del passato intermedio), ma in realtà i piani temporali sono molto forzati e sembrano solo tentativi di allungare la storia senza aumentarne il senso; l'indagine principale è interessante, ma troppo sofferente per le continue parentesi aperte (anche l'amicizia con l'attore non ha significato).
Il film si muove pure con un fastidioso voice off che fa atmosfera, ma fa pure incapacità di sceneggiatura.
Tra i lati positivi invece c'è una delle poche performance recenti di Goodman, troppo spesso usato in parti minimali senza necessità di recitazione; qui invece c'è ed è nella parte perfetta di un villain peso massimo.
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