(Chikamatsu monogatari)
Visto n Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Il dipendente di uno stampatore imperiale è segretamente innamorato della di lui moglie; per una serie di circostanze (ma senza che vi sia stato nulla) vengono considerati amanti. Lui decide di andarsene e lei, che ha scoperto invece i tradimenti del marito, decide di seguirlo. Durante la fuga i due si innamoreranno davvero, ma dovranno continuamente muoversi poiché la pena per i fedifraghi è la crocifissione. Lo stampatore intanto cercherà di metter tutto a tacere per non perdere la faccia... e le commesse.
Dramma in costume tratto da un'opera d'epoca (circa 1600) e se ne sente decisamente l'influsso, con sentimenti trattenuti, amori ideali finali tragici. Mizoguchi ovviamente ci sguazza.
Gestisce con una calma impressionante il tema; costruisce (con una regia fissa) una serie di immagini perfette, senza sbavature, quasi gelide anch'essa; ma che riescono a contenere alcuni picchi di lirismo inaspettati (la confessione dell'innamorato sulla barca sul fiume).
Niente è fuori posto e niente è in eccesso.
Affascinante anche lo sviluppo della trama dove i due favoleggiati amanti lo diventano proprio perché ne sono accusati, mentre il destino li caccia e li punisce nonostante tutti si adoperino affinché non si sappia nulla.
Affascinante e poetico, ma non rapido o perfettamente godibile, il ritmo è trattenuto quanto i sentimenti e il rischio di sbadigliare è dietro l'angolo.
Complessivamente inferiore del, poco, precedente "I racconti della luna pallida d'agosto".
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