lunedì 4 luglio 2016

The conjuring. Il caso Einfield - James Wan (2016)

(The conjuring 2)

Visto al cinema, in lingua originale sottotitolato in spagnolo.

La coppia di cacciatori del demonio agli ordini della chiesa viene mandata in trasferta in Inghilterra per indagare su una possibile possessione/poltergeist, su cui però gravano più di un dubbio. Durante l'indagine (ma anche prima dell'indagine) verranno perseguitati da una suora piuttosto inquietante che predice la morte di uno dei due.

James Wan torna a dirigere le avventure dei Warren dando il primo seguito a quello che, nel primo episodio, già si rivelava come il franchise horror perfetto. Nel farlo dribbla immediatamente la più scontata delle prosecuzioni toccando solo di sfuggita il caso di Amityville evitando imbarazzanti paragoni.
In ogni caso l'attesa per questo film era indubbiamente alta, grazie a una coppia di protagonisti che permettono di vedere il cinema horror con uno sguardo diverso dal solito (quello dei professionisti che non sono preda dell'orrore, ma che smontano tutte le dinamiche classiche che causano la tensione) e grazie a un primo capitolo che, nella prima metà, riusciva a creare una delle atmosfere di tensione migliori mai viste negli ultimi dieci anni.

Guardando questa nuova puntata si confermano le grandi capacità tecniche di Wan che da vita a uno dei film meglio realizzati della sua produzione, con una regia particolarmente dinamica e interessante che mette in atto alcune soluzioni visive davvero entusiasmanti (la sagoma fuori fuoco della ragazzina che diventa quella del vecchio mentro in primissimo piano vediamo a fuoco solo il viso di Ed Warren). Inoltre c'è la solita cura alla fotografia (aiutata da un'ambientazione anni '70 che fa il suo lavoro), ma che stavolta non pigia l'acceleratore su alcuni colori, ma si limita ad essere estremamente nitida e perfetta.

Per quanto riguarda la paura... beh, ce n'è. Siamo piuttosto distanti dai grandi risultati con pochi mezzi del primo, ma lo stato di tensione quasi continuo della prima mezzora riesce a essere efficace.
Quello che però viene eliminato è lo sguardo nuovo gettato dai Warren come personaggi; in questo film iniziano come i soliti professionisti borghesi dell'orrore, ma finiscono per esserne vittime loro per primi eliminando l'innovazione vera del primo film. Questo dettaglio piuttosto importante, legato a un minutaggio tracotante (oltre due ore) porta a chiedersi l'utilità reale di molte sequenze e verso il finale ad affossare il ritmo. Deludente anche l'uso improprio del CGI (di cui Wan è sempre parco, quindi basta poco per farlo uscire dalla media) e, come spesso nei film del regista, il finale esagerato e senza nerbo.

Complessivamente un buon film horror che però non regge il paragone con il precedente (e credo che io stesso lo consideri non completamente positivo proprio perché è un seguito di un'opera prima importante).

...Ci fosse stato più coraggio si sarebbe concluso con la scoperta di una truffa o con il dubbio ancora aperto.

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