(Mommie dearest)
Visto in Dvx.
La storia del rapporto fra Joan Crawford e la sua prima figlia (adottata). Un rapporto fatto di sbalzi d'umore, picchi maniacali e aggressioni fisiche oltre ogni buonsenso.
Diciamolo subito, ovviamente non è il peggior film del decennio e neppure il peggiore del 1981 (i Razzie award sono una splendida consuetudine, ma sono spesso esagerati)
Di fatto è un film basato sulla biografia scritta proprio dalla prima figlia e dunque estremamente di parte.
Quello che ne viene fuori è un film piuttosto lungo che trascina il concetto base di un rapporto madre-figlia disfunzionale. Indimenticabili certi picchi di follia inseriti nel film che, per me, sono la aprte decisamente più gustosa (la scena delle grucce è una delle più belle della storia del cinema, sottogenere matti).
Per permettersi dei picchi del genere il film si appoggia pesantemente su una Faye Dunaway titanica; imita perfettamente l'originale, risulta credibile nei momenti di follia più acuta, si umilia a più riprese e riesce a rendere tutti i sentimenti di un personaggio disturbato. Il fatto che questo film abbia, concorso al crollo della sua carriera è una enorme ingiustizia. Nel cast poi spicca Mara Hobel nei panni della figlia da bambina.
A questo si aggiunge un comparto tecnico impeccabile; delle ricostruzioni di interni che sono un tripudio di geometria liberty e costumi sempre impeccabili.
Purtroppo tra i pregi non si può aggiungere la mano del bravo Perry, in questo caso sottotono, quasi ininfluente.
I veri, enormi difetti del film sono due, la sceneggiatura strascicata e lunghetta, ma soprattutto l'obiettivo.
Fin dall'inizio sembra voler essere un racconto biografico del dietro le quinte di una grande star, ma lo fa con degli eccessi tali e senza un solo tentativo di approfondimento che diventa fin da subito un film a tesi. Io stesso credo che la Crawford non fosse del tutto in asse, ma questa lunga sequenza di sbalzi d'umore non rende il personaggio, ma fa solo gossip appiattendolo sull'idea che si vuole veicolare. Se fosse stata una generic attrice forse ci si poteva anche accontentare (un personaggio piatto creato a tavolino per parlare d'altro, cioè del rapporto con la figlia), ma hanno voluto fare nome e cognome; hanno voluto mostrare perché non si è presentata davvero agli Oscar (o altri episodi della sua vita reale)? Bene allora devi darmi di più, devi spiegare l'intero personaggio non solo il lato oscuro e devi raccontare anche quei fatti più famosi, ma che sono noti soli agli appassionati.
Alla fine nella scena finale credo si riveli il vero senso del film; è solamente la storia di come è stato partorito il libro della figlia e nient'altro. Idea buona, forse anche innovativa, ma gestita malissimo.
PS: ricordarsi sempre....
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