(Hell's angels)
Visto in Dvx, in lingua originale.
Due fratelli, innamorati della stessa donna (che flirta con tutti) si arruolano in aviazione per combattere i tedeschi (occhio alla data di realizzazione del film, è ancora la prima guerra mondiale!), dopo gloriose battaglie saranno candidati (anzi, si offriranno) per una missione suicida, verranno catturati e il loro eroismo sarà posto alle estreme conseguenze.
La storia produttiva è travagliata e piena di tracotanza, ma credo sia abbastanza nota; complessivamente si può riassumere in: Hughes è un tizio pieno di soldi con la passione degli aerei, vuole fare un film sulle battaglie aeree della prima guerra mondiale, ma rimane insoddisfatto dal lavoro quindi si mette dietro la macchina di presa, il tempo di finire il film e il sonoro invade le sale cinematografiche, Hughes non si perde d'animo, caccia fuori altri soldi e rigira tutto quello che deve. Il film viene distribuito ed è un successo.
L'unica nota che mi ha sempre dato un certo rammarico è che il regista ufficiale, prima della discesa in campo di Hughes, era James Whale (fu proprio l'inettitudine di quest'ultimo, secondo Hughes, nelle battaglie aeree che lo convinse a stracciare tutto e ricominciare da capo), di cui cedo rimanga ben poco; peccato perché sarei stato curioso di vedere cosa ne avrebbe tirato fuori.
Al di là di tutto comunque il risultato è assolutamente buono.
La trama piuttosto enfatica è ben utilizzata per veicolare le sequenze aeree e tutto sommato (nonostant eil minutaggio) non è quasi mai pesante.
In effetti però il vero valore aggiunto sono proprio le sequenze volute da Hughes, tecnicamente impressionanti esteticamente perfette fanno impressione ancora oggi (le calme immagini dei bombardamenti, lo zeppelin che esce dalle nubi, sono immagini che non sfigurerebbero in un film contemporaneo) e riescono a essere comunque strettamente legate al dramma messo in scena (si pensi al suicidio dei soldati tedeschi per far perdere peso) con un efficacia da pelle d'oca.
E in tutto questo c'è anche il tempo per un piccolo apologo antimilitarista.
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