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Visto in Dvx.
Un tentativo di furto attira l'attenzione della polizia in una palazzina del centro di Roma, la settimana successiva un assassinio nell'appartamento vicino porta la squadra mobile a contatto con quel piccolo mondo di personaggi squallidi e schivi, all'interno di un delitto intricato e dai mille rivoli.
Germi crea un mix perfetto di giallo e commedia all'italiana, mettendo un'ironia pervasiva e graffiante contro ognuno dei personaggi, ma mantenendo sempre il focus sull'indagine. Lo svolgersi della vicenda segue pedissequamente i movimenti dei poliziotti (di cui il personaggio interpretato da Germi stesso è il vero mattatore), mostrando l'inchiesta come oggi fanno molti telefilm, con in più un gusto particolare nel caratterizzare tutti i coprotagonisti (al di là del bellissimo personaggio interpretato da Urzì, ho trovato di un'arroganza bellissima le telefonate della compagna di Ingravallo che fanno supporre una vita e un personaggio ben più profondi di quelli mostrati sulla scena, ma che non divengono mai realmente utili per la vicenda).
La gestione dei due registri, così costante e ben riuscita pur spingendoli entrambi al massimo è forse il maggior pregio del film; tuttavia anche la qualità della regia (sempre fondamentale nel Germi del periodo) non è da lasciare da parte. Una bellezza delle immagini e una cura nella fotografia che sono sottolineatura e corollario alla magnifica scrittura della sceneggiatura.
Infine tutto questo sforzo tecnico è sostenuto da un cast perfettamente in parte che riesce a sostenere personaggi più marginali (il povero Fabrizi, bravo, ma gravato da uno sei personaggi meno sfaccettati) ai protagonisti (già nominati Urzì e Germi, i veri capolavori di scrittura, ma anche la Cardinale che sostiene una delle poche parti completamente drammatiche del film) fino alle comparse (dove, a esempio, ho amato gli ammiccamenti pacati di Rosolino Bua nei panni del prete).
PS: ho letto in giro che viene definito noir, o addirittura il miglior noir italiano. Noir non è in senso stretto anche se questo è uno dei generi con le maglie più larghe in assoluto, ma, in ogni caso, definirlo il miglior noir del cinema italiano è un'offesa a "Riso amaro" od "Ossessione".
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