Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.
Una coppia non riesce ad avere figli; come gioco e come consolazione il marito intaglia una figura umanoide in un ceppo di legno; la moglie prende però la cosa troppo sul serio e comincia a trattare il ceppo come un bambino vero. Per cercare di dissuaderla il marito sostiene che se li vedessero in giro con un bambino penserebbero a un rapimento; la moglie allora mette in scena una gravidanza di otto mesi e un finto parto. Dopo il finto parto però le cose cambieranno, il ceppo comincerà a vivere e a mangiare. La fame del ceppo sarà sempre maggiore finché non mangerà il gatto di casa.
Fiaba nera e grottesca (come sono tutte le fiabe vere e proprie) basata su un racconto tradizionale.
Dietro la macchina da presa c'è l'assurdo Švankmajer, regista di culto dell'animazione che qui tenta brevemente una tecnica mista live action/passo uno, ma velocemente relega l'animazione vera e propria in un angolo e si dedica completamente al film vero e proprio. Rimangono però le piccole manie di regia mutuate dai suoi corti e film anni '80, con un gusto insistito sui dettagli (come tipo di inquadratura) e il mostrare i piccoli gesti.
Del Švankmajer che conosciamo rimane qualcosa (oltre all'animazione del piccolo Otik) ed è la televisione a casa dei vicini; si vede poco, ma quando si viene inquadrata mostra delle pubblicità realizzate dallo stesso regista e che sono prese dai suoi vecchia, amati cortometraggi); mentre in una scena viene utilizzata per ingannare lo spettatore fingendo che la coppia inquadrata sia in viaggio, mentre si trovano seduti davanti alla tv.
AL di là di questo il film è una godibilissima commedia surreale e inquietante, con un finale già chiaro fin dall'inizio (non si basa solo su una fiaba, ma la storia originale viene sfruttata, facendola leggere alla bambina che quindi capisce cosa sta succedendo e anticiperà il finale, che pertanto può non essere inquadrato e ne viene aumentato l'effetto drammatico), ambientata in un mondo moderno senza tempo (sembrano sempre gli anni '70-'80), in un atmosfera sospesa. Rispetto al precedente (e sicuramente migliore) "Alice" qui c'è una gestione migliore del ritmo che si mantiene abbastanza stabile e un cast che si dà da fare, chi realizzando macchiette perfette, chi (come la madre del piccolo Otik) recitando tout court senza tirarsi indietro.
Non solo si basa su una fiaba ma
sfrutta la fiaba stessa raccontandola all'interno del film e
sfruttandola per far capire alla bambina cosa sta succedendo e
facendola agire di conseguenza e aumentando l'effetto drammatico
specie nel finale.
Nessun commento:
Posta un commento