(Bunny Lake is missing)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Una coppia di fratelli americani si trasferiscono in Inghilterra, con loro la figlia di lei; il primo giorno di asilo la bambina scompare. Nonostante le ricerche sembra che nessuno l'abbia mai vista (compreso lo spettatore); le indagini, quindi, cominciano a cambiare corso.
Thriller psicologico affascinante per il ritmo rilassato e la gestione dei tempi, oltre che per i continui cambi di prospettiva che sono il vero punto di forza.
Preminger alla regia porta avanti il suo solito stile fatto di piccoli piani sequenza e un uso smisurato del dolly che dona dinamismo anche alle continue scene in interno, da profondità alle inquadratura, chiarisce la geografia degli spazi e verticalizza l'andamento dei personaggi. Una regia che è sempre gustosa, ma che in questo caso diventa magnificamente funzionale per la gestione degli spazi; la scuola è piccola e stretta, ma su molti piani e con molte stanze, i movimenti di macchina da presa creano un ambiente claustrofobico e gestiscono gli interni come un labirinto dentro cui si muovono personaggi sempre al limite fra normalità e magnifica weirditudine.
Preminger però, assume la lezione di Hitchcock, e gestisce il tutto con un ritmo calmo, ma spietato e si cala perfettamente nel contesto, sfruttando l'ambientazione infantile e dando all'intero film il passo della favola nera piuttosto che dell'horror puro (le continue canzoni e musiche infantili, il negozio di bambole di notte, la fuga dall'ospedale e lo showdown finale).
Il vero difetto si trova nel finale esagitato e non totalmente credibile. Perfettamente in linea con quanto accaduto fino a quel momento e con un twist a effetto, rimane però un'esagerazione.
Lynley mattatrice che passa da normalità a follia in maniera perfetta, Olivier contenutissimo che sparge autorità e autorevolezza (e magnetismo) con la sola presenza.
PS: titoli di testa eccessivi, ma originali, di Saul Bass.
Nessun commento:
Posta un commento