(Janghwa, Hongryeon AKA A tale of two sisters)
Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Due sorelle tornano nella casa paterna dopo un ricovero. Con loro vivrà anche l'odiata matrigna che, a onor del vero, sembra tentare davvero di ricucire il rapporto, ma la testardaggine di tutti e i problemi mentali che sembrano avere tutti renderanno i rapporti sempre più tesi... e l'impressione che ci sia anche qualcun altro nella casa si farà sempre più insistente.
Film coreano fatto di twist plot (almeno due) dosati nella maniera standard per l'oriente, e cioè ammazzando il movimento in tre atti della sceneggiatura a cui siamo abituati rendendo semplicemente imprevedibile il finale (non tanto per la svolta, quanto per il modo e i tempi con cui ci arriva).
Il pacchetto è, come sempre in questi casi, perfetto; con una location bellissima e adatta (una casa barocheggiante e gigantesca), una fotografia nitida, attori belli e distanti e vestiti pulitissimi; un insieme perfetto per ospitare il male e l'oscuro e ancora migliore per essere sporcato con il sangue.
Il punto fondamentale è, ovviamente la trama. Non si tratta di un horror anche se flirta con il genere; personalmente ho trovato efficace per suspense solo la scena del dopo cena con gli amici epilettici (assolutamente ben realizzata con continui cambi di prospettiva e la regia che gioca con le aspettative del pubblico). Il resto del film è a metà strada fra il dramma familiare e il thriller psicologico.
Il problema a mio avviso è che, un film del genere, con la sua vera forza nella trama che ribalta la situaizione per almeno due volte, deve essere perfetto nel descrivere ciò che accade; la storia, invece, mi è parsa piuttosto confusa, tutti gli elementi del finale sono rintracciabile, ma tirare le fila nel dettaglio è un lavoro più complicato di quanto non dovrebbe.
Nessun commento:
Posta un commento