(Die Sehnsucht der Veronika Voss)
Visto in Dvx.
Un giornalista sportivo incontra per caso un'ex dive del periodo nazista, ora morfinomane aiutata/tenuta in ostaggio da una dottoressa. Ovviamente lui si innamora, ma la relazione sarà impossibile.
Il penultimo film di Fassbinder è uno dei suoi più belli, esteticamente e per contenuti.
A livello di immagini gode in un bianco e nero fotografato in maniera incredibile (questo si credo si possa dire in maniera sicura, la miglior fotografia per un film di Fassbinder) con un gioco di luci encomiabile (sfondo nero per le scena ambientate nel presente tranne quelle nella "paradisiaca" e bianca casa della dottoressa; luci dirette in macchina da presa per le scene nel passato).
A livello di contenuti (ma anche del ritmo necessario per sostenere in maniera adeguata la trama) non sarà il migliore, ma ci si avvicina molto. Una storia di un amore impossibile, della follia dei sopravvissuti agli anni '40 (ebrei dai campi di concentramento e nazisti visti entrambi con lo stesso sguardo), il tutto realizzato con una delicatezza incredibile; l'ex marito che segue le riprese da retroscena e che si allontana e si riavvicina assieme all'amante, i personaggi "solari" dei due anziani ebrei, ecc...
Il tutto realizzato con il passo di un thriller con un'emotività molto umana. All'inizio non c'è nulla di spiegato, i comportamenti vengono compresi con lo svolgersi delle vicende e dell'indagine del protagonista, ma fin dalle prime immagini vengono espresse tutta la tenerezza e la sofferenza di quella situazione.
PS: splendida la scena di Veronika Voss che canta alla sua festa, una Ditriech perfetta.
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