lunedì 5 ottobre 2020

L'étoile de mer - Man Ray (1928)

(Id.)

Visto su Cineteca di Milano.

Ispirato dalla poesia utilizzata come intertitolo, a sua volta ispirata da una stella marina (intesa come simbolo dell'amore perduto) venne realizzato da Man Ray con l'ottica di farne un film surreale, quindi solo parzialmente narrativo.
La vicenda narrata è una confusa versione di un triangolo amoroso in cui l'intento del regista è però quello di far affiorare il lirismo a scapito della narrazione       
Ovviamente la parte del leone è la componente tecnica. Al di là di sovraimpressioni, simbolismi e di una sequenza con oggetti che ruotano l'idea determinante è l'uso di una lastra fotografica dell'epoca messa davanti all'obiettivo per dare un senso di vetro smerigliato a tutte le sequenze determinanti.
L'intento è variegato; propone scene scabrose senza rischiare censure poiché non chiaramente visibili, in alcune sequenze da un'impressione come di pennellata, ma soprattutto rende inintelligibili i dettagli aumentando il simbolismo.
A fronte di un'idea molto arty e poco pratica il film si rivela vagamente godibile con alcune sequenze che riescono nell'intento di dare poesia nelle piccole cose (anche aiutate dalla colonna sonora) come nella sa dei giornali trasportati dal vento. però è un po poco per rendere la visione più che dimenticabile.

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