martedì 28 giugno 2011

Il cavaliere della valle solitaria - George Stevens (1953)

(Shane)

Visto in DVD.
Una famigliola di condadinotti è insidiata da un gruppo di possidenti locali dalle mire rapaci, cercano di resistervi, ma il morale si fa sempre più nero. Poco prima che le cose vadano a rotoli compare per caso un cavaliere solitario, che usa bene la pistola e fa a pugni… beh incassa da dio. Il pistolero si insedia nella casa dei contadinotti e darà loro una mano a vincere i cattivi, attirando le simpatie di tutti.

Enfatico, prevedibile e stucchevole western anni ’50 che punta tutto sui buoni sentimenti e su qualche scazzottata oggettivamente ben realizzata (con stacchi continui e inquadrature a ruota libera); soffre però del suo essere così compito e della lunghezza eccessiva con troppi momenti di stanca, come se non bastasse poi il bambinetto (figlio dei contadinotti, che è un personaggio abbastanza importante) ha la faccia da ritardato ed espressioni ancora più ebeti. D’altra parte c’è da dire che il film chiarisce bene che la moglie del contadinotto è oltremodo attratta dallo straniero e che non ci combina nulla solo perché dedita alla famiglia (e per via della censura, immagino), il che comunque è qualcosa di nuovo nel cinema western classico solitamente molto più puritano di quanto dovrebbe.

Inoltre c’è da dire che questo è il primo film che introduca il pistolero solitario e misterioso che arriva, risolve i problemi e se ne va, con un passato oscuro e molti dubbi sula sua rettitudine; ovviamente da qui prenderà forma Eastwood in tutte le sue declinazioni. (ok, ok, già da Ombre rosse si crea il pistolero come mito, ma a mio avviso è da qui che si crea il pistolero come semi divinità, che diventerà onnipotente quando verrà incarnato dal texano dagli occhi di ghiaccio).

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