venerdì 26 luglio 2013

Les 7 jours du talion - Daniel Grou (2010)

(Id.)

Visto

Una bimbetta viene violentata e uccisa. La polizia prontamente arresta il tizio giusto, ma al padre della bimba la cosa non basta. Assalta il furgone della polizia e rapisce l’omicida; ha deciso di fargli passare i sette giorni più brutti della sua vita e poi ucciderlo. Dato che è una persona trasparente ne informa anche la moglie e la polizia; anche se nessuno sembra capirlo in realtà i poliziotti si mobilitano non per salvare il criminale, ma per evitare che il buon padre di famiglia (preda di giusti istinti) si rovini la vita con un omicidio e, tra la gente del posto, si comincia a fare il tifo per lui.
Un film tendenzialmente fascista che spiega che tutto sommato, se posto nel contesto giusto, il fascismo è cosa buona e giusta, o quantomeno è comprensibile. Un film con dei presupposti inusuali e complessi che potevano renderlo interessante; peccato che fin da subito sia chiaro che non si sa come si vuol condurre la cosa.

Fare tutto un film drammatico peso con ampie questioni morali pareva brutto, poco pubblico, magari un buon film, ma incassi scarsi.
Fare un onesto torture movie pareva brutto, cioè la violenza ce la metto che intercetto un poco il pubblico di nicchia, faccio vedere che non temo di mostrare anche le cose contro e poi, si sa, il sangue attira sempre; però no, torture movie serio, onesto e peso no, sennò mi svacca il dramma e non riesco a far vedere lo struggimento interiore.
Fare un film bergmaniano e allegorico pareva brutto, ci mettiamo qualche metaforone bello evidente, ci mettiamo lunghi silenzi che fanno lavorio interiore del protagonista, un poco di incomprensione e di sostegno dove meno te lo aspetti (che fa multi sfaccettatura della razza umana) e li ho già detti i lunghi silenzi?!

Ecco il film sembra non decidersi mai su quale strada imboccare con sicurezza e quindi le becca tutte, prendendo spesso i difetti di ogni via percorribile e poco i lati positivi (anche se, devo dire, l’inizio mi era sembrato promettente), mischia le cose creando un film piuttosto noioso, pretenzioso, con azioni sempre più assurde, un finale aperto che ci sta poco e che, alla fin fine, non dice nulla.


Ogni tanto ai canadesi parte l’embolo e fanno un torture movie complesso, se l’embolo che parte è grosso allora fanno Les sept jours du talion

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