venerdì 21 febbraio 2014

Monuments men - George Clooney (2014)

(Id.)

Visto al cinema.

Un gruppo di esperti d'arte o artisti vengono ingaggiati dall'esercito degli stati uniti per recuperare (e restituire) le opere d'arte rubate dai nazisti. Il piano si rivelerà complicato e pericoloso; ovviamente riusciranno a recuperare quasi tutto ciò che gli interessa di più; ma la questione se un'opera d'arte vale la vita di una persona rimarrà aperta (in realtà no, la risposta è evidente durante tutto il film, ma Clooney decide di urlarla in faccia al pubblico nel finale).

Clooney ama la storia americana, quelle del dietro le quinte soprattutto; solitamente ama mostrare i lati oscuri che la compongono e gli occasionali eroi che combattono. Qui il salto però è enorme, non c'è del marcio negli states, qui è il classico film supereroistico di alcuni statunitensi troppo buoni per essere veri; soprattutto se paragonati agli avversari (immediati come i nazisti o futuri come i russi).
Il film quindi perde parecchi punti fin da subito e, dato l'argomenti, Clooney decide di togliere ogni impressione di divertimento e azione (il trailer sembrava una sorta di ocean's eleven nel 45) e lo riempie dio scene madri; agnizione; uomini duri, ma da cuore tenero; un'irritante voice off che offende con le banalità stucchevoli che racconta; enfasi e drammi.
Di fatto la trama è randomizzata, le scene non comunicano le une con le altre se non grossolanamente e il film diventa un grosso spot, un dramma di maniera senza niente dentro; un'enorme sprechi di ottimi attori/caratteristi.

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