(Id.)
Visto in tv.
La vita di Andreotti dalla crisi di governo d'inizi anni 90, alle elezioni a presidente della repubblica di Cossiga.
Di fatto questo è l'ennesimo film di Sorrentino che non ha una trama vera e propria, ma è solo un girare attorno ad un personaggio per descriverne l'incomunicabilità, mostrarne il contesto, metterlo brevemente nei guai, vedere come si dibatte. Tutto questo con un gran personaggio.
Anche su questo punto c'è da dire che Sorrentino fa il suo solito lavoro; prende il solito freak asociale che ama dipingere, lo mette nella solita posizione di comando instabile e vede come si muove. Non stupisce quindi che sia avvincente un film che parla di politica italiana, DC e presidenze della repubblica.
Il primo colpo di genio è aver scelto quel freak grandioso che fu Andreotti; mette in bocca a tutti citazioni autentiche trasformando i dialoghi in one line evocative di un modo di pensare, descrive personaggi reali con macchiette o brevi flash per chiarire la situazione, poi mette tutto sulle spalle del protagonista (rendendolo in questo modo ancora più grande).
Infine Sorrentino fa il suo solito lavoro di regia; fantastici piani sequenza (quello della festa dove Andreotti riceve la fila di persone), macchina da presa mobilissima (si guardi la breve intervista del finale in cui la macchina da presa continua ad oscillare), rapidi carrelli in avanti, uso fantastico delle musiche, ma anche dei suoni (basta un fischio, e un paio di facce ben scelte, per presentare i personaggi della corrente andreottiana della DC), dialoghi diretti in camera (il breve monologo del finale sotto luce diretta), immagini evocative (basta solo quella iniziale con un Andreotti cenobita o l'uso insistito dello skateboard per rappresentare la strage di Capaci). Tutto questo è un pò il Sorrentino standard, ma qui ogni scena è talmente pervasa da scelte enormi di regia che ogni fotogramma ha un peso specifico enorme.
A questo si deve aggiungere il grande lavoro di arredamento e la solita fotografia impeccabilmente nel mood giusto del solito genio di Bigazzi.
Ecco; tutti questi motivi rendono questo film, a mio avviso, il migliore di Sorrentino realizzato finora (compreso quel capolavoro di "La grande bellezza").
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