(Suddenly, last summer)
Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato.
Una anziana e ricca donna contatta un noto neurochirurgo (e psichiatra) perché lobotomizzi la nipote impazzita dopo la morte del figlio della riccastra. Lo psichiatra nel colloquio con i familiare e dopo il primo incontro con la ragazza sospetta che più che follia ci sia molto di rimosso e ancora di più di non detto da parte di tutti.
Sfritto da Tennessee Williams credo non sia uno spoiler per nessuno che ci siano segreti innominabili, un sacco di sesso vissuto maluccio e un senso generale di morte. Un film che non dice mai apertamente lo scheletro nell'armadio più grosso, ma che viene riferito in maniera indiretta in maniera incredibilmente evidente per quegli anni.
Interessante anche che il lavoro di scoperta di quanto è tenuto sotto silenzio si muova con il passo dell'indagine classica (anche se con ben altri ritmi), con svolte narrative, nuovi punti di vista, voltafaccia e con lo scioglimento finale che avviene dopo aver riunito tutti i protagonisti della vicenda.
Il film dunque è un'opera teatrale scritto da un autore molto verboso e teatrale e diretta dal più teatrale dei registi dell'epoca. Non sorprendono quindi le (relativamente) poche location sfruttate per lunghe sequenze di dialogo e declamazioni. A chi un impianto di questo tipo può infastidire si astenga. Ma chi conosce Mankiewicz sa che come un bravo regista teatrale, lui sa sfruttare gli attori come pochi altri. Un'organizzazione pazzesca dove la Hepburn è magnifica pur facendo quasi solo da supporto agli altri (tranne nella prima mezzora dove è lei a governare la scena; ma rende molto di più nei primissimi piani finali) un Clift un po' in disparte per via di un personaggio che è il motore immobile della vicenda (ma appunto, risulta piuttosto immobile) e ovviamente una Taylor enorme nella parte della pazza sofferente, quasi mai eccessiva (probabilmente la sua interpretazione che preferisco).
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