(Die puppe)
Visto in VHS.
Un inventore crea una bambola con meccanismo che imita in tutto e per tutto una donna, e la costruisce con le fattezze della figlia; un giovane ereditiere, costretto a sposarsi dal futuro de cuius, che evita le donna come la peste lo viene a sapere (curioso come la ginofobia, presente anche in “Robin Hood”, sembri essere una costante degli anni ’20), vuoi vedere che riesco a fregare tutti, sposo una bambola, piglio i soldi e scappo… Peccato che per un contrattempo la bambola si rompa e per non perdere l’affare la figlia si sostituisca ad essa…
Film pretesto per un’apoteosi degli effetti speciali che cominciano nell’incipit, dove un uomo tira fuori da una scatola una casa di bambole con praticello e cielo allegato, e quella diventa la scenografia della prima scena. Il film non è granché, ma è tutta questa costruzione naif, di film ambientato in un mondo di giocattoli che affascina (c’è pure un cavallo realizzato con due uomini travestiti). Carino come precorra i tempi (Gondry non può non conoscerlo) e come si goda nel raccontare una storia di una donna che finge di essere una bambola, ma la donna in questione è interpretata proprio da una bambola tirata fuori dalla scatola ad inizio film.
E poi dura solo 45 minuti…
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