sabato 11 agosto 2012

La caduta della casa Usher - Jean Epstein (1928)

(La chute de la maison Usher)

Visto in DVD.


Appunti mentali sparsi mentre guardavo questo film, saranno ripetitivi e confusi, ma il messaggio che deve passare è che questo è uno dei film muti più belli che abbia mai visto:

Film affascinante che crea fin da subito il giusto clima con il suggerimento di un ambiente ambiguo tramite l’uso delle ampie location, di oggetti evocativi (come l’arpa dietro cui viene inquadrata per la prima volta la donna) e l’uso delle fiamme e delle ombre. Poi arriva il senso di inquietudine e un aggravarsi di una follia persistente nell’ambiente e questo mood viene perfettamente evocato da un montaggio intelligente che a tratti si fa insistito e che fa da contraltare alla musica, con la ripetitività di alcune immagini, alcuni rapidi movimenti della macchina da presa, l’utilizzo del tempo atmosferico dove il vento è il veicolo principale della follia (si veda anche solo il contemporaneo “Il vento” di Sjöström). 
Quando poi la donna muore il film vira verso l’espressionismo vero e proprio con gli interni del palazzo e la tomba, la sovrapposizione di immagini (le candele) e una macchina da presa che sottolinea di continuo l’effetto che il tutto ha sul protagonista con un ondeggiare instabile (bellissima la sequenza della bara portata attraverso i campi). Poi il film accelera e dalla maggiore stabilità e lentezza delle prime scene tutto si fa via via più veloce, le scene più piene e l’insieme più caotico. Bellissimo.

Uno dei film muti più godibili ed efficaci che abbia mai visto con una cura delle immagini impressionante (ogni scena, specie nel finale è curatissima). Difficile indicare alcune sequenze meritevoli perché tutto il film (poco più di un’ora di durata) è un susseguirsi di momenti azzeccati.

Ciò che colpisce è l’uso perfetto di ogni ingrediente che fa un film, su tutti il montaggio nella scena del protagonista che suona la chitarra e la macchina da presa sempre mobile che insegue o è inseguita dai personaggi (oppure danza con loro nella bellissima sequenza del ritrovamento del cadavere). Si insomma Jean Epstein  sa quello che fa e l’utilizzo di tutte le sue armi per rendere il senso di ogni scena è tale da renderlo invidiabile e difficilmente ripetibile ancora oggi.

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