Visto al Cinema.
Alcuni poliziotti, un
procuratore, un medico e alcuni militari si muovono per la sperduta provincia
dell’Anatolia in base alle confuse indicazioni di un uomo reo confesso per
omicidio, cercano il cadavere. La ricerca si protrae molto a lungo e solo la mattina
successiva verrà ritrovato il corpo, verrà portato in ospedale e ne verrà
effettuata l’autopsia.
Un film particolarmente
metafisico per Ceylan che si applica però con la stessa cura maniacale nella
confezione, delineando alcune delle scene più belle (soprattutto per la
fotografia) nella lunga sequenza notturna, riuscendo letteralmente a parlare
con l’accostamento di fonti di luce e buio, con i colori saturi e con la
composizione delle immagini. A livello puramente estetico la seconda parte,
quella sotto la luce del sole perde moltissimo, la fotografia degrada e l’impatto
e notevolmente diminuito.
Detto ciò Ceylan mai come in
questo caso crea un film in cui la trama risulta sostanzialmente inutile e la
storia si compone delle microstorie dei numerosi protagonisti che hanno tutti
il loro momento di gloria (nella parte in notturna non si riesce proprio a
distinguere un protagonista unico). Ma la cosa ancora più affascinante è che i
personaggi non sono nulla di speciale, uomini banali persi nei loro problemi
personali di piccolo (o grande) conto, con caratteri delineati, ma
assolutamente non comprensibili; il loro passato non conta, Ceylan fotografa un
momento specifico, le relazioni che si creano ed i loro pensieri relativi a
queste relazioni. Ma la cosa decisamente più efficace è che riesce in tutto questo pur usando silenzi più
eloquenti delle parole (inutile dire che la scena della figlia che porta il te
parla per tutto il film) e nonostante ciò riesce ad essere godibilissimo, a
tratti addirittura divertente…
…almeno per la prima parte,
quella di notte, che risulta sostanzialmente impeccabile… la seconda purtroppo
perde moltissimo. Si delinea un protagonista che orienta le opinioni di chi
guarda, come si è detto l’estetica crolla, la trama si fa più pesante e
complessivamente la sequenza in diurna risulta decisamente troppo lenta e
troppo lunga… e quest’ultima caratteristica in un film di 2 ore e mezza ha un
peso notevole.
Complessivamente riesce comunque
a farsi ricordare come un’esperienza, quantomeno, interessante.
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