Visto al cinema.
Un boxer fallito con figlio a carico si
trasferisce dalla sorella, li incontra una donna, ex ammaestratrice di orche
che ha perso le gambe perché… beh insomma sono anche chiamate orche assassine,
potrà succedere che si perdono le gambe. I due iniziano un rapporto che lei
ritiene d’amore, ma lui vede più come amicizia con benefit.
Se l’incipit, i personaggi messi in
gioco, gli attori ed il regista fanno subito pensare ad un film indie, arrivando
a vederne la fine, questo Ruggine e ossa si rivela essere un melodramma
classico. Se il genere piace il film piacerà tantissimo, se il genere risulta
stucchevole il finalone con disgrazia catartica che fa crescere all'improvviso
i protagonisti risulterà indigesto.
Il film è trattato con piglio autoriale
alla solita maniera da Audiard, che rinuncia a sporcare (a livello estetico) la
pellicola come nelle opere precedenti, rendendo più fluido il ritmo; unisce poi
musica pop in accordo con quanto viene mostrato dando un’idea di iperrealtà
nonostante la trama si muova fra eventi piuttosto fiabeschi.
I protagonisti sono ben delineati e Alì
è un personaggio splendido, un bambino mai cresciuto che si arrabatta nella
vita riuscendo sempre a farcela in un modo o nell'altro, lui dopo aver
raggiunto il fondo non tenta di risalire, semplicemente si sistema bene li dove
si trova e cerca di fare il meglio per se ( e questo spesso risulta essere il
meglio anche per gli altri), ma è troppo ottuso per valutare gli esiti delle
proprio scelte (e questo spesso provoca eventi negativi agli altri).
Tutto sommato un film bello, fatto di
immagini crude, ma magnificamente orchestrate ( i corpi nudi dei due
protagonisti stesi l’una sull’altro, la sequenza dell’attacco da parte dell’orca
che sembra una via di mezzo fra una ripresa televisiva ed un documentario
marino, ecc…). il finale stucchevole e buonista come in tutti i melodrammi mi
ha infastidito, ma non cambia la bontà complessiva del film.
2 commenti:
L'ho trovato alquanto deludente rispetto ai precedenti film di Audiard...
Audiard non lo conosco in maniera enciclopedica, e capiasco il disappunto di molti che però è da imutare, secondo me, a come risolve facilmente le cose (il finale da melodramma alieto fine), però il come ci si arriva è valevole
Posta un commento