mercoledì 28 maggio 2014

Dallas buyers club - Jean-Marc Vallée (2013)

(Id.)

Visto al cinema.

La vera storia di come un redneck omofobo di Dallas sia riuscito a far accettare al governo americano cure alternative (ma già utilizzate in Europa, Giappone o Cina) per l'HIV invece dell'AZT, prodotto ad alta tossicità utilizzato negli USA.

Il film è una evidente manovra commerciale del dolore e dei bassi sentimenti umani. Si prende un uomo stronzo, lo si mette in una situazione al limte dove ognuno lo abbandona e gli si dice che ha un mese da vivere. Si vede quest'uomo rialzarsi, lottare, crescere a livello umano (alla fine non sarà più uno stronzo, ma un simpatico coglione), venire frenato dallo stato, lottare ancora e vincere.
Ecco tutto questo è il prezzo da pagare per portare al cinema l'HIV.
Di per se il film intrattiene bene, si fa seguire senza mai un momento di stanchezza; ma ci si chiede che cosa si è visto.
Di fatto una serie di scene madri per il corpo smagrito di un McConaughey all'altezza, mentre il film si perde completamente senza riuscire a spiegare quello che mette in scena (a un certo punto sembra che i farmaci proibiti curino effettivamente l'HIV, e il virus visto come un'epidemia misteriosa che viene incidentalmente mostrato in una o due scene viene rapidamente messo da parte come), ma soprattutto senza mai riuscire a sfruttare il resto del cast (su tutti il personaggio di Jared Leto, inzialmente doveva formare il doppio di McConaughey, mentre viene lasciato a se stesso e il suo dramma viene messo sullo sfondo quando poteva dare molto di più).

Un film rinfrancante e buonista che però si perde e perde i buoni presupposti iniziali.

Nessun commento: