(Last action hero)
Visto in aereo, in lingua originale.
Un regazzino che impazzisce per i film action viene invitato, da un anziano amico proprietario di un cinema, a vedere il nuovo film del suo eroe interpretato da Schwarzenegger. Il biglietto che viene strappato è però magico e il regazzino si trova proiettato dentro al film; il cattivo presto si trova in possesso del biglietto e decide di uscire dallo schermo per uccidere il vero Schwarzenegger.
Titanica parodia del genere action sottogenere macho anni '80 di cui il regista ed il protagonista sono stati tra i maggiori interpreti; di fatto un'opera di autoironia prima che di meta cinema. Poi un discorso comico sul cinema in genere. I riferimenti e le idee messe sul tappeto sono talmente tante che è difficile capire se si è riusciti a coglierle tutte.
Le scelte estetiche di minima sono tra i due mondi in cui è ambientato il film. Il mondo reale è una New York sempre notturna e sempre piovosa con strade strette, marciapiedi affollati e palazzi alti che tolgono il respiro, la città del film è una Los Angeles sempre col sole, strade enormi dove si può guidare in maniera folle senza conseguenze e dove tutte le donne sono bellissime ("non è un film, è la California"); nel luminoso mondo del cinema i cattivi sono destinati a perdere, gli eroi a vincere e i personaggi comici a urlare; nel mondo reale le cose si muovono casualmente e i cattivi possono vincere. Nel mondo cinematografico le auto esplodono semplicemente uscendo di strada e le esplosioni fanno volare i personaggi senza scalfirli (quanto fantastico è vedere presi in giro questi luoghi comune che il genere action di quegli anni utilizzava davvero?).
Schwarzenegger ci da dentro con le autocitazioni (anche a sproposito, ma diciamocelo, è proprio quello che gli si chiede), l'autoironia (il personaggio odia l'attore, mentre il "vero" Schwarzenegger difende i film "violenti" e viene ripreso dalla vera moglie perché parla sempre del planet Hollywood).
I camei e gli inside jokes sono milioni, i più affascinanti sono quelli in cui un'insegnante (interpretata dalla Plowright, ultima moglie di Olivier commenta l'adattamento cinematografico dell'Amleto fatto dal marito (con una demenziale versione schwarzeneggeriana subito dopo) e quello della morte del Settimo sigillo che esce dallo schermo (interpretata da un McKellen dal naso particolarmente pronunciato); divertenti le citazioni dirette di Basic instict e Terminator 2, il gatto cartoon e la locandina di Terminator con Stallone al posto di Scwharzenegger; particolamente intelligente poi il fatto che il ragazzino dica a Schawrzenegger di non fidarsi del suo capo perchè ha ucciso Mozart (in quanto il capo è interpretato da Murray Abraham già Salieri in Amadeus), rivelandosi comunque profetico... poi c'è una vera e propria pioggia di camei nel finale. Al di là del finale, il citazionismo pesante è tutto utile, o a definire un ambiente, o utilizzato per le gag più riusciti, non è mai lasciato a sé, non è mai fine a sé stesso.
A livello più terra terra, McTiernan si rende conto di avere mano libera nel fare quello che vuole (tanto non deve contenersi per non strafare, anzi) e da vita ad una serie di sequenze d'azione dal ritmo altissimo che non possono essere criticate.
Si insomma un film d'azione dove la trama gioca con se stessa, con tutto il cinema di genere del decennio precedente e col cinema in generale senza rinunciare ai tratti principali e al ritmo che gli sono dovuti. Un'opera che, senza essere un capolavoro, è di un'intelligenza e una capacità di sintesi, notevoli, assolutamente non riproducibile e che ha in se il seme del cult movie se non quello dell'istant classic... Nonostante questo il film fu stroncato dalla critica (passabile) ed ignorato dal pubblico (inconcepibile). Non so davvero trovare un motivo, seppure la frase è abusata e io la disprezzi, riesco solo a pensare che fosse troppo moderno per l'epoca (solo 5 anni dopo, con il postmoderno impazzante, il citazionismo snob di fine anni '90, inizio anni 00, avrebbe amato un prodotto del genere)... riporto inoltre l'affilato commento di Morandini sulla questione "Soprattutto negli States non si perdonò a Schwarzenegger (anche produttore esecutivo) di avere un cervello meno banale di quello dell'americano medio".
3 commenti:
Questo è davvero un mio film cult, sin da quando lo vidi al cinema per la prima volta. E quante risate ("Attento ai cani... Sono addestrati!" ^^). Anch'io non mi capacito di come non abbia avuto successo... E trovo incredibile che molti (spettatori e critici) non siano riusciti a stare al gioco.
secondo me non fu apprezzato davvero perchè non era lo standard per l'epoca, dopo l'avvento di Tarantino e copycat vari questo sarebbe stato un blockbuster sicuro. La cosa che capisco ancora meno è perchè non abbia raggiunto lo status di cult dell'home video; ancora oggi è poco considerato.
Credo che vederlo al cinema sia stato un valore aggiunto non da poco...
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