Visto in Dvx.
Un cassiere di banca si invaghisce di una donna che non riesce ad avere un credito; per amor di lei ruba i soldi e fugge a cercarla. Quando riuscirà a trovarla scoprirà che lei non è quello che pensava. Inseguito dalla polizia all'inizio cercherà di nascondersi, ma poi si farà prendere dalla frenesia del denaro rubato e si darà ad una gioia sempre più estrema e disperata, alla ricerca del brivido che i soldi promettono, ma senza riuscire a mantenerlo. Il finale sarà prevedibile, ma estremo (estremamente didascalico, soprattutto).
Ovviamente questa parabola sull'avidità e sul male durerà dalla mattina alla mezzanotte.
Misconosciuto (perché poi?!), estremo (l'ho già detto per caso?) ed eccessivo, opera d’arte
totale dello stile espressionista tedesco.
Tutto è stato pensato per essere
congruo con l’ambiente; gli interni e gli esterni costruiti in un
teatro di posa con linee dure, spesso oblique e colorate con sprazzi
di colore bianco che le rende tremule ed instabili; ogni oggetto
presente, dai lampadari, al telefono dalle banconote, al giornale
(fantastico, fatto da due pagine tagliate storte ed enormi scritte
nere), tutto si adegua allo stile gotico dell’ambiente; il trucco
degli attori sporco, che sottolinea i loro difetti; vestiti dipinti
che sottolineano l’indigenza, la bruttura interiore o rendono
macilente il personaggio; la musica ossessiva e ritmata; la
recitazione sopra le righe (ma mai fastidiosa) che tende, nei momenti
migliori (si veda la famiglia del cassiere) a trasformare i personaggi
in marionette impazzite
Talmente spinto da sembrare un’opera
teatrale sperimentale moderna.
In tutta questa profusione di sforzi visivi si intersecano anche intelligenti idee di regia, come le parole “cassiere in fuga” che escono da un palo del telegrafo (?) e vengono poi disperse dal vento o la gara ciclistica ripresa con una lente deformante.
Se, per l’espressionismo, "Il gabinetto dle Dr. Caligari" è il film più compiuto, questo ne è il manifesto
estremista.
PS: per chi avesse dei dubbi sulle origini di Tim Burton, qui direi che c'è tutta la sue estetica senza tralasciare nulla.
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