Visto in tv.
(commenti spoiler free... al massimo alcuni riferimenti il più oscuri possibile)
Una coppia di detective (beh appena accoppiati in realtà) nella New Orleans del 1995 si trovano a indagare su un omicidio con caratteristiche di satanismo; durante le indagini scopriranno qualcosa in più di un semplice maniaco. Alcuni anni dopo (nel 2002) i due si lasceranno molto male per motivi ignoti ai più. Infine al tempo presente (2014) i due si troveranno (più o meno controvoglia) a indagare di nuovo sullo stesso caso.
Se ormai le produzioni televisive sono diventate qualitativamente simili a quelle cinematografiche e, a livello economico, altrettanto interessanti; non dovrebbe stupire di vedere telefilm di questo tipo; eppure di fronte a uno sforzo produttivo di questo tipo, con questi risultati e con una coppia di attori (uno in discesa, ma l'altro in rapida risalita) costretti in parti impegnative, beh vedere tutto questo fa del bene a chi guarda e fa molto più bene alla tv.
Il comparto estetico è impeccabile come mai prima (ok, un giorno parlerà di "House of cards" e forse qualche altra serie che sono almeno sullo stesso livello); una fotografia dai colori desaturati e terrei, un ambiente luminosissimo, ma di luci malate, una scelta delle location impressionante dove c'è una presenza pervasiva di una natura misteriosa che accoglie e permette il male, un uso intelligente delle musiche del sud e una regia che rimane a lungo incantata dagli esterni in cui ambienta l'opera. Direi che già con tutti questi elementi si poteva cavare fuori un telefilm estremamente bello.
Se oltre a questo si mette la coppia di attori non molto affiatati (come richiede il ruolo), ma incredibilmente credibile (pardon), che recitano anche con i corpi (colluttazioni, gioco di sguardi e colore del viso che cambia, modificazioni corporali in base all'epoca in cui è ambientato) e che danno fondo a una serie completa di espressioni (più gelido e distaccato McConaughey, più arrogante e goffo Harrelson), direi che chiunque può trovare soddisfazione.
Passa anche in secondo piano una regia lenta e ariosa che ingloba, come già dicevo, gli esterni in grandi quadri dove un quadrifoglio autostradale o un bayou si equivalgono nel loro riuscire a inghiottire esseri umani, una regia che poi inserisce a tradimento alcuni virtuosismi autoriali pazzeschi (credo sia già famoso il lungo e ben costruito piano sequenza della quarta puntata).
Ripeto, già tutto questo potrebbe fare di questa opera un'ottima serie televisiva. Ma il vero valore aggiunto è nella scrittura.
Una trama complessa e affascinante scritta in maniera lenta e rilassata. Nei primi 5 episodi viene raccontata l'indagine del 1995 con i tre piani temporali che si intersecano e si sovrastano, gli uni raccontando gli altri o mostrando dove (e perché) sta mentendo il personaggio che racconta; il ritmo è pacato, il mood malato, cinico, senza speranza; divagazioni filosofiche ricche di cinismo, vite personali sterili ognuna a modo suo (non importa quanto il protagonista possa essere intellettuale o vitale, ognugno vive senza speranza); in mezzo a questo stiracchiarsi lento e inquietante la trama riesce a regalare scoppi di violenza improvvisa, da il destro a scene bellissime e amomenti di action perfetta. La sesta puntata è quasi un episodio di raccordo, conclude quello che è rimasto in sospeso nel passato e crea il cliffhanger per quello che verrà dopo. Le ultime due puntate infine sono un'accelerata continua, un tirare le fila di così tanti dettagli che sembra incredibile ci siano stati tutti e arriva al gran finale.
Al di là della perfetta gestione dei ritmi (tutto è calcolato in questo telefilm) e i cambi continui di ottica (nelle prime puntate ci si aspetta che la vecchia indagine continui fino alla fine, poi il cambio improvviso che chiarisce il perché degli interrogatori informali e ci si chiede come può andare avanti, quindi l'ultimo colpo di coda) quello che più colpisce sono i dettagli e i piani oltre al mood generale.
Le prime puntate sono disseminate di dettagli continui, buttati la come cose senza importanza, quasi per caso (alcuni addirittura sembrano, e forse sono, depistaggi), ma nel finale vengono ripresi tutti e diventano un unicum coerente. Vi sono inoltre miriadi di altri riferimenti che non vengono spiegati affatto (forse saranno l'aggancio con la prossima serie visto che sono tutte ufficialmente autoconclusive) e se guardate in internet ci sono decine di teorie che li uniscono; ma anche se non verranno mai spiegati formano di per se un mondo, un sottotesto che indica una direzione evidente pur senza risucire a dare un risposta definitiva, una realtà di riferimenti letterari, e non, in cui scoprirli può diventare uno splendido gioco nerd. E tutto questo a opere del geniale Nic Pizzolatto.
Infine il mood. I'inquietudine (il perturbante), la solitudine, il vago senso di surreale e soprannaturale, la provincia con tutte le sue sacche di malattie incurabili, il lottare contro forze superiori (fosse anche il caos) riescono a dare un senso molto vicino a quello di "Twin Peaks"; ma un "Twin Peaks" senza ironia, declinato nella versione cinica e senza speranza dei tempi attuali.
PS: i poster sono migliala e molti sono suggestivi; ma questo (uno di quelli ufficiali della HBO) è geniale.
PS: i poster sono migliala e molti sono suggestivi; ma questo (uno di quelli ufficiali della HBO) è geniale.
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