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Visto al Festival di Cinema Africano (in concorso); in lingua originale sottotitolato.
Quest'anno gli organizzatori hanno avuto la brillante idea di mostrare metà dei film in concorso in novembre come di consueto e i rimanenti 5 un giorno al mese da gennaio in poi... certo permette di vederne di più, ma a mio avviso si perde abbastanza il senso della manifestazione.
In ogni caso questo è il film tratto dall'omonimo libro della Adichie, successo commerciale in diversi paesi del mondo e quindi ha attirato sguardi ben lontani dalla sola Nigeria, questa infatti è una coproduzione inglese e i soldi messi sul tavolo si vedono tutti.
La storia è un family drama inserito nella Nigeria post indipendenza, con i tafferugli etnici che ne seguirono i colpi di stato fino alla dichiarazione d'indipendenza della repubblica del Biafra e la successiva guerra per annetterlo nuovamente.
Il film è impeccabile, attori buoni (la Newton è piuttosto brava, meno l'insipido e inguardabile Mawle); i vestiti d'epoca sono perfetti, ben lavati e spesso ben stirati; gli interni sono incredibili, sia quelli che mostrano le case dell'upper class nigeriana, sia quelli venuti dopo la fuga da Nsukka. Tutto quello che è stato speso per il comparto estetico purtroppo ha dovuto drenare i fondi per altre parti del film, su tutte la sceneggiatura; 450 pagine di un libro denso vengono costrette in un minutaggio stretto che vorrebbe però mostrare tutto, ci sono salti continui a livello geografico e contenutistico, alle scene madri vengono concessi troppo pochi minuti per poter essere svolte in maniera dignitosa svilendo molte di loro (e rendendone incomprensibili altre o costringendo gli attori a lavorare sopra le righe per poter veicolare sentimenti complessi in una sola scena); inoltre una parte molto ben realizzata del libro era la vita durante il tempo di guerra, il convivere di situazioni al limite (bambini di città che muoiono di kwashiorkor) e vita di tutti i giorni, ovviamente tutto questo viene completamente eliminato.
La regia non entusiasmante fa molti meno danni.
Andava quantomeno fatta una scelta, invece si è voluto metterci tutto.
Il film è stato anticipato da un cortometraggio "Le trois vérité" di realizzato da Louisa Beskri e Adehan Wakili in una co-produzione Algeria-Benin. Questo è un film d'animazione a tecnica mista CG-animazione tradizionale che racconta una favole per bambini senza velleità d'alto scopo. Niente di particolare se non le sequenze della corsa dove l'unione delle due tecniche riesce in maniera particolarmente efficace a dare il senso della corsa.
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