(Les amants du Pont-Neuf)
Visto in Dvx.
Una studentessa delle belle arti, di buona famiglia, ma con una malattia agli occhi che la rende progressivamente cieca, si da al vagabondaggio per Parigi per la disperazione d'essere stata mollata; si ritrova a dividere il Pont Neuf in restauro con un giovane che fa il giocoleria e furti per vivere e un vecchio con un mazzo di chiavi che apre quasi qualunque edificio della città (e che spaccia ipnoinducenti). Tra i due giovani nascerà l'amore.
Inizia come un film iperrealista, quasi un documentario sui clochard della capitale francese, le docce comuni e le cure prestate. Piuttosto rapidamente perde questo tono e si lancia in un'atmosfera più di fiction ma al rallentatore; condisce diversi momenti con dei picchi di surrealismo e termina con un fare pedante e favolistico.
Ha di buono che Carax ha delle idee e sa anche creare delle immagini potenti; la famosissima scena dei due che ballano sul ponte sotto i fuochi d'artificio è giustamente famosa, il tuffo nella Senna all'Atalante è molto ben realizzato, la notturna al Louvre o l'incendio dei manifesti sono due idee molto buone che potevano rendere molto di più a livello visivo (e non ho citato l'ubriacatura in versione ridotta...). Però al di là di queste buone intenzioni il film non decolla, non decolla un pò per i personaggio francamente eccessivi (lui eccessivamente sociopatico, lei eccessivamente radical chic incazzata) e un pò (anzi, soprattutto) perché è la solita storia d'amore, non si discosta dall'ovvietà, crea ottimi momenti, ma il film poi prosegue sui binari del già visto.
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