(Berlin: Die Sinfonie der Grosstadt)
Visto in Dvx.
Questo film è la descrizione di una giornata nella città di Berlino; partendo dal mattino con l'arrivo del treno; il lavoro in fabbrica, per finire la sera nei locali.
Al di là del valore documentaristico di un film del genere realizzato nel 1927 (!) quello a cui si assiste è una via di mezzo fra un film di intrattenimento, il documentario, la sperimentazione cinematografica e quella artistica.
Ovviamente debitore di Dziga Vertov (ma solo in parte) per il ritmo (specie nelle scene dell'industria dove sembra di essere davanti a una perfetta opera di video arte, o per dirla in altri termini, sembra un "Balletto meccanico"), ma meno per la porzione ambientata fra le vie della città, dove Vertov viene accantonato in favore di un sentimento più prettamente documentaristico, o per dirla in altro modo, per un occhio più realistico, ma sentimentale.
Il film si protende fra parti più arty (le sequenze dei lavori, con le macchina da scrivere e i telefoni) a quelle più politiche (il pranzo); l'intento complessivo non è chiaro; inizialmente sembra voler mostrare realmente la città, dove gli esseri umani, seppur presenti, sono trattati come sangue che si muove nelle arterie, più che creature a sé (si ha l'impressione che non siano gli uomini a far muovere i treni, ma che siano i treni a far muovere gli uomini), mentre nella seconda il documentario si concentra sulle sequenze più festaiole dove gli umani sono i protagonisti.
Qualunque fosse l'intento e qualunque sia il significato che gli si vuole dare, quello che rimane a livello oggettivo è un enorme lavoro di ritmo e montaggio di cui faranno tesoro i decenni successivi.
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