Visto in Dvx.
Una ragazza messicana riesce a passare il confine illegalmente grazie all'aiuto della sorella (da anni sposata a un americano) e, sempre grazie a lei, riesce anche a ottenere un lavoro (sottopagato) come donna delle pulizie in uno stabile di Los Angeles. I rapporti con la sorella e con i colleghi si faranno più tesi quando entreranno in contatto con un giovane sindacalista che cercherà di far prendere coscienza dei loro diritti. Ovviamente la lotta per un trattamento più equo non sarà facile.
A me Ken Loach piace maggiormente quando la politica nei suoi film non prende il sopravvento mangiandosi tutto; a me, in poche parole, Ken Loach piace quando fa il sentimentale. Se "Looking for Eric" è decisamente una mosca bianca per la totale mancanza di politica (e quindi non posso pretendere che i suoi film li faccia tutti su quel modello), credo che lo standard ottimale per il regista sia quello realizzato qui.
La lotta sindacale è il motore che innesca tutti fatti salienti di questa storia, determina la costruzione (o la distruzione) di rapporti e lo svelamento di segreti indicibili, ma rimane solo un tema determinante in un film che, in definitiva è un melodramma allegro.
I rapporti esposti, l'innamoramento improvviso e l'impossibilità di amarsi, i segreti del passato che inquinano il presente, sono tutti i componenti più gustosi di questo film, ma la vera forza non è neppure quella essere riuscito a gestire con empatia e poca enfasi questi sentimenti; la vera forza è al vitalità della protagonista. Nonostante succeda di tutto il tono rimane solare, nonostante molte certezze crollino, la freschezza della protagonista rimangono inalterate (su tutto si prenda il finale, assolutamente non positivo, ma di un agrodolcezza piena di speranza). Il film è un film politico, ma per fortuna c'è molto di più.
Non un film indimenticabile, e neppure
fondamentale, ma questo è il Loach che mi piace, quello che alla
guerriglia cinematografica non subordina l'intrattenimento.
Nessun commento:
Posta un commento