(Id. AKA "16 extremes")
Visto in aereo, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Un ispettore di polizia ricostruisce l'indagine che lo portò a perdere una gamba in un incidente stradale. La ricostruzione segue l'andamento delle indagini, le supposizioni fatte e comprende alcune omissioni che verranno a galla con il proseguire della spiegazione.
Ottimo thriller Tamil che parte da un flashback per raccontare una vicenda complessa non per lo svolgimento dei fatti incriminati, ma perché rappresenta il muoversi a tentoni della polizia, le piste morte, le illazioni, la tendenza a seguire l'intuito (utile o fuorviante che sia).
Il solido protagonista è il perno della vicenda, deus ex machina che non la sua sola presenza fa proseguire la storia e con le sue elucubrazionie occhiate determina il destino di tutti.
Con lo spirito indie del nuovo arrivato (i regista è alla sua opera prima), ma ma con i soldi delle grandi produzioni locali, Naren decide di svolgere la storia senza dare aiuti allo spettatore (tutti concentrati in due capitoli, uno lo svolgimento del delitto secondo l'opinione dell'ispettore e l'altro lo svolgimento "reale"), gestendola come una puntata di "Law and Order", senza punti di riferimento iniziali se non le procedure d'indagini stesse e con l'aura del whodunit. Dall'altra parte il film rappresenta dei poliziotti come esseri, fin dalla prima scena l'arma è descritta con disincanto e più incline a mostrare le ferite più che i successi dando, fin da subito, un senso di lieve amarezza che tenderà solo ad aumentare.
Il finale con una serie di piccoli colpi di scena fino a quello vero e proprio (e meno credibile di tutti... ma con una giusta dose di sospensione dell'incredulità diventa godibilissimo) che diventano coronamento del film e non estremo tentativo di originalità a ogni costo.
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