lunedì 27 novembre 2017

Lui - Luis Buñuel (1953)

(El)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un retto e probo rappresentate della comunità cittadina decide, finalmente, di abbandonare la sua, morigerata, vita da scapolo. Sposa una nuova arrivata soffiandola all'amico. La donna presto s coprirà tutte le ossessioni e le fissazioni del marito, ma anche quando le cose sembreranno prendere una piega drammatica, nessuno le crederà.

C'è bisogno di dire che una delle principali ossessioni di Buñuel è l'ipocrisia della borghesia e della chiesa? stupisce il fatto che principalmente il film parli della prima e per quanto può, anche della seconda?
Nulla da ridire sul concetto in sé, ma è la sua ripetizione che sa di stantio e pesante; tuttavia in Buñuel  c'è di buono che i suoi film vivono di vita propria indipendentemente dalla tesi di fondo.
Qui la critica è talmente evidente da essere stucchevole, tuttavia, ancora una volta, Buñuel ce la fa.

Preso come storia in sé anziché come un metaforone si ha davanti una trama imperfetta, con troppe reiterazioni di un rapporto malato che a lungo andare stanca; ma l'idea di fondo riesce comunque a venire fuori, la regia è ben calibrata e godibile (pur senza guizzi) e il cast sempre a metà tra l'accettabile e l'inaccettabile- In tutto ciò il dramma da camera riesce comunque a diventare protagonista, l'ossessione che distrugge una coppia e poi un uomo (ma anche la storia di una donna in trappola) funziona magnificamente e il film riesce comunque a portarsi a casa la pagnotta.

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