(Las Hurdes)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.
Documentario su una regione della Spagna ai confini con il Portogallo, terra dimenticata da Dio e dal governo in cui negli anni trenta le malformazioni d'origine genetica, il gozzo e la malaria falcidiavano la popolazione, dove le condizioni di vita erano decisamente a livello dell'attuale terzo mondo.
Documentario apertamente politico (il cartello finale è fin troppo esplicito), con un filo di anticlericalismo, che mostra uno spaccato di vita quotidiana di una zona retrograda (per stile di vita, ma anche a livello culturale). Il filmato è in origine un film muto ridoppiato da una voce fredda e musica classica.
Un documentario per lo più in presa diretta, ma con una parte del materiale registrato che appare creato ad hoc (lo stambecco... o capra, che cade), che denota una ricercatezza formale anche in un filmato minimale e con intenti più pragmatici.
Anche il dettaglio del doppiaggio è in linea con l'intento programmatico, permette infatti di capire i concetti veicolati con esattezza, purtroppo nel farlo toglie molta dell'enfasi e dell'efficacia che le immagini avrebbero da sole. Le parole della voice off sono la prosa, le immagini (da sole) la poesia; una poesia solare nelle scene naturali (la scena delle api), poesia lugubre quando mostrano gli esseri umani (che veicolano malattie e morte).
In aggiunta si vede chiaramente il sub strato storico da cui è nato il surrealismo spagnolo, l'ambiente da cui è scaturito al di là dei motivi per cui si è sviluppato (difficile non pensare a Dalì vedendo l'asino con le api).
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