(Angel)
Visto in Dvx.
Una donna è sposata con l'uomo che ama, ma viene trascurata (per ottimi motivi internazionali); lasciata da sola, annoiata, decide di andare a Parigi. Li incontrerà un uomo con cui flirterà duro, pur senza mai dire il proprio nome. Tornata a casa riprenderà la vita di sempre finché il marito non diventerà amico proprio dell'uomo di cui si era invaghita. Si imporrà un gioco di equilibrismo e una scelta.
Misconosciuto (almeno da me) film di Lubitsch con una Dietrich in una delle passerelle più eleganti e stilose di sempre (mai come in questo film la ricordo per classe e presenza).
Il film, nonostante la scarsa fama, non è soltanto una tipica opera di Lubitsch, ma è uno dei suoi capolavori del non detto e del suggerito con una serie di spunti inventivi che valgono da soli la visione. Gli esempi possono essere molti: la notte d'amore a Vienna suggerita dalla descrizione dell'albergo; il pranzo con tutti e tre i protagonisti della vicenda che viene raccontato dalla servitù nella stanza a fianco (forse la scena migliore del film); la discussione sugli argomenti per un litigio fra coniugi in cui lei confessa tutto; l'arrivo a casa di notte del marito che cambia completamente le carte in tavola e il genere del film (iniziato come un film romantico standard).
Quello che ne viene fuori è un film incredibilmente equilibrato; un melodrammo con spalle comiche ben usate (anche se il povero Horton qui è proprio messo in disparte) che lo rendono ancora oggi godibilissimo. Campione di scrittura anche per la realizzazione di uno dei triangoli amorosi più atipici di quegli anni (anche se estremamente reazionario).
PS: e comunque adoro le commedie upper class dove una signora nullafacente decide di andare a Parigi solo per comprarsi qualche vestito.
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