(Zerkalo)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Un pezzo della vita del regista filtrata attraverso lo specchio appannato della memoria, sequenze dell'infanzia si uniscono senza stacchi ad episodi del protagonista da adulto, la stessa attrice interpreta sia la madre che la moglie.
Questo è, forse, il più famigerato fra i film di Tarkovsky; definito (non a torto...anzi) il suo "Otto e mezzo", di fatto è una rielaborazione poetica e surreale della vita privata e lavorativa dell'autore.
Considerato come capolavoro lirico o come spazzatura autoriale autoreferenziale il film, tutto sommato, è entrambe le cose.
Questo è un capolavoro di perfezione e semplicità. La regia ormai standardizzata nei due film precedenti (ampi carrelli, specie in esterni, o piccoli movimenti di macchina, specie negli interni) viene usata in maniera generale, la fotografia (non entusiasmante per i limiti di lavorazione) ragionata e in linea con i lavori pregressi; ma tutto questo fa parte dei dettagli secondari; quello che più traspare è un lieve poeticità presente in tutto, in una donna che siede su una staccionata, in un gatto che lecca il latte versato sulla tavola, in un labbro che sanguina per il freddo; tutto è messo in una galleria di dettagli che fanno da sfondo a una storia principale (volontariamente) meno interessante; tutto è un grande affresco di una vita a partire dalle piccole cose (a cui, ovviamente, vanno aggiunte alcune strepitose scene oniriche, come la donna che levita sul letto). Personalmente trovo che l'efficacia della poesia di questo film, superi di gran lunga, la pretesa filosofia della memoria di "Solaris".
D'altra parte questo è un film autoriale che parla a sé stesso, coi tempi soliti di Tarkovsky (che è normalmente lento come un ghiacciaio) che sembrano anche dilatati; la mancanza di una struttura narrativa peggiora la percezione e la poesia (si sà) è più complicata e più personale della prosa.
Un film a cui val la pena dare una possibilità, ma che sarà facile altrettanto facile amare od odiare.
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