(Le Redoutable)
Visto al cinema.
Il titolo italiano (diverso dall'originale, ma non brutto!) è rivelatore circa il contento del film; non un biopic in senso stretto, ma la messa in scena di una versione di Godard. Di fatto il film mostra un personaggio chiamato Godard, regista di talento, impegnato politicamente, cocciuto, autoreferenziale, buffo e un poco nevrotico nel momento della sua relazione con un'attrice; che questo ripercorra il periodo della relazione fra l'omonimo regista francese e la Wiazemsky sembra una fatalità.
Battute a parte, il grande pregio del film è quello di raccontare una vita partendo dall'idea di raccontare un personaggio inventato. Godard qui è un carattere divertente in un film comico realizzato à la Godard; e il mix è efficacissimo.
Sacrificando l'approfondimento (più sociale che personale) allo spettacolo il film di Hazanavicius si muove con disinvoltura e un ritmo perfetto attraverso un periodo storico complesso (il 68) dandone un'idea dello spirito che si muoveva riflesso su un protagonista che da l'idea dello spirito che muoveva l'uomo reale; senza pretese di completezza, ma garantendo efficace ed immediatezza.
La storia si muove impeccabile con ironia e arroganza arrivando a parossismi metacinematografici esagerati, ma godibili (l'attore che spiega quanto siano spregevoli gli attori perché direbbero quanto sono spregevoli gli attori se solo venisse richiesto dalla parte che interpretano; o la discussione sull'inutilità del nudo integrale nei film mentre gli attori sono nudi) mentre, di pari passo, la regia mantiene alto il ritmo con continue strizzatine d'occhio che si collegano al mondo cinematografico raccontato con un'attenzione continua al packaging di qualità mantenuto dall'inizio alla fine (anche qui con alcuni parossismi, come le sequenze in bianco e nere alternate al colore) e riuscendo costantemente a comunicare (o divertire) con la messa in scena quanto con la sceneggiatura.
Nonostante i possibili dubbi iniziale l'effetto finale è magnifico, supportato da un buon cast e un Garrel in stato di grazia.
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