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Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato.
In Giappone si risveglia un mostrone gigante ghiotto di energia nucleare; si sposterà verso le Hawai e poi San Francisco per incontrare, a metà strada un altro mostrone, fra i due si insinua Godzilla che vorrebbe risolverla in maniera violenta.
Senza perdere troppo tempo a spiegare la trama diciamo semplicemente che è un film di mostroni e militari.
Il primo film americano su Godzilla, quello del 1998, lo vidi al cinema, ma non me ne rimane una gran memoria. Ricordo solo l'impressione che gli amerigana fecero il loro solito film dove si ditrugge New York, con l'unica, assurda, aggiunta di un mostrone che venica dal Pacifico. Mi piacque abbastanza, ma senza enfasi.
Questo secondo film invece fa un'operazione completamente diversa. Distanziandosi da tutti i film di mostroni americani prende ciò che di meglio e di maggior successo aveva la primissima serie di film di Godzilla: la centralità del mostro, lo scontro fra kaiju, l'interesse focalizzato sugli effetti delle creature sulle città, ma soprattutto un tema di fondo ecologista (qui il nucleare non viene mai colpevolizzato, ma ne esce come problema e non come soluzione pretesa) e un Godzilla come pura forza della natura, senza accezione positiva o negativa se non quella che, di volta in volta gli viene attribuita.
La trama, infatti, si concentra sui kaiju; sulla distruzione che compiono, sulle loro fughe e i loro scontri, l'attesa per vedere ciò che fanno; gli esseri umani rimangono in secondo piano, giochicchiano a fare la guerra senza mai venire a capo del problema, anzi, proponendo soluzioni peggiori del pericolo da cui cercano rifugio. Gli esseri umani, qui, servono solo a rimpinguare la trama, creare empatia (c'è il family drama di default) e permettere a Edwards di far piovere aerei.
Sì, perché Edwards si trova per le mani uno script zeppo di scene piene di azione dal taglio epico e, ovviamente, porta a casa un facile risultato, raddoppiando la sfida (e il godimento per lo spettatore) riempiendo di dinamismo tutte le altre. I momenti di discussione e calcolo dei militari e gli scienziati vengono gestiti con la regia mobile e la frenesia dell'action, specie nella prima mezzora tutta concentrata sulla mitopoiesi.
Ciò che più impressione è l'incredibile capacità di questo regista di creare immagini: giocando con simboli riconoscibili (di San Francisco, Las Vegas e Honolulu), una tavolozza di colori essenziale (tesa fra lo spettrale grigio azzurro e tutte le variazione dei colori del fuoco), un'ottima gestione del vedo non vedo (buio, nebbia, nuvole, polvere e fumo la fanno da padroni) e una presenza pesante dei suoi 3 mostri, il regista è sempre a cavallo di un enfasi che è a un passo dall'eccesso senza superarlo mai.
Stavo per dimenticare di sottolineare l'amore per la distruzione di questo film che non si riflette mai per un mero spaccare tutto a caso, ma si cerca l'uso più emotivo possibile della pioggia d'aerei, delle navi sollevate o degli tsunami.
In aggiunta, va riconosciuta un disegno ottimale di Godzilla, modernizzato e credibile (ben fatti, ma meno interessanti gli altri mostri, piuttosto banali) e una computer grafica che si merita tutti i fantastilioni di paperdollari che dev'essere costata.
Un film molto bello, il cui unico difetto e di averlo visto in DVD e non al cinema.
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