mercoledì 28 febbraio 2018

Sogni d'oro - Nanni Moretti (1981)

(Id.)

Visto in Dvx.

Un giovane regista, personaggio di spicco della sua generazione artistica (anche se lui si considera unico) deve affrontare una crisi creativa, mentre viene contestato di intellettualismo ai dibattiti del suo ultimo film e mentre il produttore si divide fra lui e un regista appena esploso a cui affida un musical sul '68.

Michele Apicelli, arrogante, intellettualoide e narcisista è, da sempre, un personaggio comico che rappresenta Moretti stesso. Vederlo, per la prima volta, nei panni di un regista in crisi (per di più in un filma episodi disgiunti) non può non far pensare a "8 e mezzo". Che poi da Fellini sembra proprio aver preso questo Moretti, ma più dalle sue ultime opere, più divertenti, farsesche e meno riuscite.

Di fatto questo è il terzo film completamente in linea con il primissimo Moretti; con uno stile fatto di bocconi separati che si integrano per creare un ambiente; un personaggio cialtrone e macchiettistico che assume profondità dal sovrapporsi dei vari episodi.
Il film però, ha la pecca di inventare meno, di ritrovarsi a dover inseguire i lavori precedenti che per guizzi geniali lo battono senza problemi; d'altra parte è evidentemente un film più adulto (anche se non siamo ancora al Moretti più maturo) che riesce, nel casino generale fatto dalla mancanza di una trama organica, a tirare fuori un'opera più unitaria, più coesa, più fruibile.

Complessivamente un film meno geniale rispetto ai precedenti, ma che preferisco molto tra i suoi primi e che rappresenta l'opera di chiusura della gioventù artistica di Moretti prima di quell'evento epocale rappresentato da "Bianca".


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