(Id.)
Visto qui.
Il furbo cortometraggio (il primo) di Aster è un thriller che parte da presupposti shockanti (SPOILER: l'amore incestuoso del figlio per il padre che diventa ossessione) per colpire il pubblico e far parlare di sé, ma anche per un'idea di famiglia come centro delle problematiche e della agnizioni sociali (l'inferno, non sono gli altri, è la famiglia). Il video, ovviamente, divenne virale.
Aster però utilizza il corto per una prova muscolare di regia. Gestisce le scene con libertà di movimento (piani sequenza interni), costruendo scene classicheggianti (luci e ombre lunghe come nei film anni '40), interni e abbigliamenti perfetti che stridono enormemente con quanto succede dentro di loro (ma seriosi e verosimili, lontani dai pastelli di Tim Burton) che diventano parte della vicenda.
Il vero problema del film non è la pretestuosità dell'assunto iniziale o di alcune scene specifiche (quello che viene visto dalla madre durante il matrimonio), ma nella scrittura, claudicante, improvvisa nei picchi, scarsa nel creare tensione dove pretende che debba essercene, ma sopratutto inverosimile nei sentimenti estremi che muovono i personaggi. Tutto è possibile al cinema, anche un omicidio interno a una famiglia da parte di una persona equilibrata a causa del dolore e dello "stress", ma bisogna arrivarci bene e non farlo cadere addosso.
In ogni caso un'opera prima buona che mostra quello che avverrà in futuro.
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