domenica 2 gennaio 2011

The human centipede (first sequence) - Tom Six (2009)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

Questo è veramente un bel film. Ma attenzione, non è quel genere di bel film da vedere con mamma e papà per cementare il legame famigliare dopo essersi fatti i pop corn in padella… e non è quel genere di bel film da vedere con la morosa dopo una cenetta a due come preludio di qualcosa di meglio… e non è quel genere di film da vedere dopo il pranzo di natale a casa della nonna assieme a tutti i parenti giusto per non dover conversare del fatto che non sei ancora sposato… e non è quel genere di film da vedere coi bambini come ripiego visto che al blockbuster era già fuori il DVD de “Il re leone”… e, buon dio, non è quel genere di bel film da far vedere nell’ora di religione alla 3C delle scuole medie di Piubega perché non hai proprio voglia di continuare con il programma visto che tutti se ne fregano. Signore iddio no, in queste situazioni non è un bel film…

La storia è quella di un chirurgo pazzo che vuole creare un super uomo abboccando (chirurgicamente) in una serie orofecale 3 esseri umani 3… ecco la storia è tutta qua…

Il film però non è solo il festival del grottesco, ma prima di tutto è un horror; e un gran horror per giunta (ok, durante la visione del film si è accesa una discussione piuttosto accademica sul fatto che il film fosse un horror con qualche lieve venatura slash oppure un torture movie a tutti gli effetti… ma essendo tutti e due sottogeneri dell’horror il problema non si pone). Il film infatti crea un ambiente inquietante, dona qualche spavento (pochi in verità), ma soprattutto crea tensione; la crea per davvero; rende completamente partecipi degli eventi e ti costringe a tifare per i buoni anche se non vorresti, anche se non ci sei portato e anche se ti sta simpaticissimo il cattivo!

E poi il film disgusta. Non mostra praticamente nulla, eppure crea un disgusto tutto psicologico difficilmente ripetibile (durante la visione, la prima persona che ha smesso di guardarlo se ne andata durante la spiegazione dell’operazione, realizzata solo con disegni abbozzati di quello che succederà; niente più). A livello pratico il sangue è poco, i morti abbastanza, ma quello che si vede è pochissimo, viene raccontato, viene spiegato e viene immediatamente capito (la terrificante scena in cui il ragazzo giapponese cede a impellenti bisogni fisiologici è grottesca e agghiacciante, ma non fa vedere nulla).

Poi ci si può sommare pure una regia precisa che inquadra ciò che deve senza nessun voyerismo, una fotografia eccellente (anche se non credo che in molti ci baderanno) e un cast azzeccato (Dieter Laser è la miglior faccia da chirurgo pazzo e tedesco dall’epoca di Peter Lorre, e comunque mi sa pure che lo batte).

Il film, infine, non fa sconti, non è indulgente e il durissimo finale lo dimostra; non conta chi vinca effettivamente, non conta l’eventuale punizione del cattivo; il film inizia spietatamente e finisce spietatamente.

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