Visto in DVD.
Un omicidio, causato dalla voglia di vendetta di un marito cui hanno violentato la moglie è il motivo per questo lungo legal movie. Qui però, come già in “Tempesta su Washington” l’istituzione non è vista dal punto di vista idilliaco ufficiale, ma è presentata come un sistema sostenuto da rigide formalità di facciata che devono essere aggirate e prese in giro per poter avere la meglio; il processo si sviluppa come un duello di lingue molto simile ad un battibecco infantile.
L’occhio clinico e spietato di Preminger anatomizza in primo luogo il sistema giudiziario ed in secondo luogo le personalità dei personaggi principali, il tutto senza mai un giudizio, l’intera vicenda rimane in un’assoluta ambiguità e sta allo spettatore decidere a chi credere (una scelta che dimostra una precisa filosofia di vita, ma anche un assoluto rispetto negli spettatori del film). Ancora una volta il regista sfida la censura trattando di un tema adulto (la violenza sessuale) senza giri di parole, in maniera diretta e reiterata, e pure con un poco di sarcasmo (la scena in cui vengono nominate per la prima volte le mutandine durante il processo ad esempio).
Qui le gesta della macchina da presa sono meno enfatizzata che ne “L’uomo dal braccio d’oro”, ma le capacità di regia di Preminger sono indubbie nella gestione di un film di avvocati di 2 ore e mezza senza neppure un momento di stanca.
Anche in questo caso bellissime le musiche, adatte al mood del film, firmate da Duke Ellington (che compare in una comparsata, suonando il piano assieme a James Stewart).
PS: Preminger deve avere un feticismo tutto particolare nel far bere alcoolici ai cani…
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